ESMA Rivoluzione al sole (vol.1) 2013 - Cantautoriale, Pop, Post-Rock

Rivoluzione al sole (vol.1) precedente precedente

Un'opera prima che raggiunge complessivamente una sufficienza stiracchiata, non molto di più.

"Rivoluzione al sole" inizia quasi fosse un disco dei Limp Bizkit: era l'epoca (d'oro) del nu-metal e correva il biennio 1996/1997, anno in cui usciva, oltre a "Three Dollar Bill, Yall$", anche "Life is peachy" dei Korn. Enrico proviene non a caso dall'esperienza degli Handle With Care (di cui raccontai a suo tempo di un demo) e dopo alcuni anni prova a rimettersi in gioco con un progetto a tratti un po' pretenzioso, al punto da dichiarare, nelle note biografiche, che la ragione sociale non è altro che un acronimo di 4 lettere per la formula "Energie Svegliano Menti Assopite".

Purtroppo, però, a confrontarsi con la realtà, le canzoni non ci paiono all'altezza dell'obiettivo "combat" dichiarato. È vero - come riportate nelle note biografiche - che si tratta di 9 brani "che spaziano dal cantautorato all'elettro-dubstep, passando attraverso le distorsioni dell'alternative, la ruvidezza del grunge ed il calore '60 e '70", ma la sintesi è ancora lontana dall'essere considerata degna di attenzione. Seppur gli arrangiamenti sembrino ben congeniati, essendoci quasi sempre il giusto equilibrio tra melodia e ruvidezza, sono i testi a mostrare i principali difetti, peccando di retorica quando il racconto lambisce la dimensione socio-politica oppure finendo a parlare praticamente del nulla con versi quali "Se stai nel presente raggiungi il silenzio" ("Faraon") o anche "Vogliono venderci il progresso ma poi il progresso cos'è [...] che fine fa la scia chimica".

"My sweet galera" e "Dente di drago" si segnalano fra i brani più interessanti, entrambi con atmosfere - non sappiamo quanto consapevolmente - vicine ai Santo Niente del periodo CPI. Non bastano però queste due sole tracce a fare di "Rivoluzione al sole" un buon disco: rimane un'opera prima che raggiunge complessivamente una sufficienza stiracchiata, non molto di più. Come dire: le intenzioni sono anche buone, ma lo svolgimento non convince.

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La recensione Rivoluzione al sole (vol.1) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-01 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • pooka.rain 11 anni fa Rispondi

    Forse uno dei limiti dei testi è quello di utilizzare un lessico specifico appartenente ad una sfera di argomentazioni che purtroppo non è ancora vicina ai molti. In ogni caso, a volte, la non vicinanza di certe tematiche, il non riconoscere significati in maniera diretta e l'ermetismo di certi enunciati dovrebbero stimolare la sete di conoscenza (nel migliore dei casi) o almeno lasciare il via libera all'interpretazione. Un sacco di testi di canzoni storiche sono costruiti attorno ad esperienze personalissime di artisti che ascolto dopo ascolto abbiamo cercato di decifrare (e spesso alla fine è una soddisfazione ricostruire una visione personale e completa).
    Purtroppo non si tratta di messaggi fruibili a livello superficiale. Va ascoltato il complesso, va conosciuto l'artista, va vissuta una serata con gli Esma (io credo) per capire a fondo i contenuti del disco, ma non per questo bisogna paragonare quello che subito non fila entro i binari di un dichiarato filo logico ad una pisciata in un pozzo. Rivoluzione al Sole è il nostro modo di percepire argomenti un po' diversi dai soliti discorsi. Credo che molte argomentazioni e molti indizi siano stati decifrati in maniera un po' distorta. Forse manca la giusta chiave interpretativa. Ci lavoreremo.
    Sicuramente in futuro penseremo meglio anche a come abbattere certi limiti comunicativi, ma sinceramente credo sia in parte anche una questione di volontà da parte dell'ascoltatore. Intanto mi limito a suonare un pò di ruvido Nu Metal.
    Grazie per la recensione dei primi quattro brani.

  • enricoesma 11 anni fa Rispondi

    :-) GRAZIE CMQ,
    Buon ascolto!

  • enricoesma 11 anni fa Rispondi

    oddio i limp bizkit!
    my generation ,la mia preferita, ballare da stare male.
    Mah, deftones direi più simile come riferimento, o forse finalmente musica un pò nuova da non saper a chi paragonare e ci si prova lo stesso?