Cartoline da Berlino. Due italiani in una funk-hard-rock band.
Ci sono due italiani, un ceco ed un tedesco. Che suonano funk-rock. A Berlino. E lo fanno in maniera tremendamente seria.
Ci sono due anime all’interno del combo: l’anima funk e l’anima hard-rock, che convivono in un continuo dialogo fatto di slappate, chitarre tanto distorte quanto melodiche, cori novantini, assoli all’ultima nota e una sezione ritmica fortemente scalpitante. In soli quarantanove minuti ci sono i Living Colour che duellano con i Foreigner, gli Scorpions con i Primus e i Mötley Crüe con i Red Hot Chili Peppers, e non solo.
Il basso ricopre il fondamentale ruolo di regista nel coordinare le entrate e le uscite delle varie urgenze e riuscendo con due colpi di pollice-indice ben assestati a riportare il groove in atmosfere hot non appena la tensione si sta allentando verso derive FM. La batteria lo segue a ruota, più solida che fantasiosa, dando un senso di continuità e concretezza all’intera sezione ritmica nello scorrere del pezzo. La chitarra viene trasportata dalle due anime della band, continuando ad oscillare tra Vernon Reid ed un guitar-hero anni ottanta, con una certa duttilità ed un senso della melodia spiccato che non riesce ad esser ingabbiato nelle strutture ritmiche ed a supporto della canzoni e deve quindi fuoriuscire tutto negli assolo. Il cantato strizza più l’occhio alla scena hard-rock, ma l’estensione ed il brio nell’interpretazione la aiutano con due acuti ben piazzati a recuperar terreno anche nel funky.
Per quanto mostrato in questa prima prova, le canzoni soffrono un po’, schiacciate dal continuo duellare e ad una certa tendenza al sovrapporsi negli arrangiamenti, ma il disco colpisce per l’alto contenuto tecnico e la padronanza del lessico di entrambe le anime. Un disco più per appassionati che per il pubblico generalista.
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La recensione Shindo - The new way di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-03 00:00:00
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