Cordepazze L'arte della fuga 2013 - Cantautoriale, Pop, New-Wave

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Pop rock da Palermo, con sprazzi elettronici che non dispiacciono

Cordepazze: band palermitana pop rock, con cenni elettronici e attitudine easy-listening. In questo loro secondo album mettono a segno otto brani, molto radiofonici e ben arrangiati, che riescono a colpire per testi che raccontano storie che col pop c'entrano poco, e per qualche ideuzza qua e là che non dispiace.

In certi punti ("Ora pro no") sono assolutamente anni '90, con tantissime chitarre in sottofondo, in altri sposano più il trend immortale da canzone italiana ("Credi a me"). L'elettropop degli ultimi anni, sbarazzino, viene fuori in "La rivoluzione", un pezzo che li avvicina ai Cani e che è la potenziale hit di tutto il disco. "L'arte della fuga", invece, titletrack, svela un'indole cantautoriale che ricorda Moltheni, con una  vena malinconica da "voglia di andare via".
Ci si guarda più indietro con "Quello che vorrei", che pesca a piene mani da un immaginario anni '60 e '70, mentre la new vawe entra a gamba tesa con "Svendimilano", pezzo dal testo interessante. Un po' più prevedibile, invece, la chiusura: "Gli scienziati americani", forse tra i brani meno riusciti.

Nel complesso, una buona prova. Certo, potrebbero metterci più originalità nelle soluzioni melodiche e nella composizione in generale, per scrollarsi dalle spalle il pop rock di stampo nostrano che, si sente, tarpa le ali. Siamo curiosi di vedere come evolveranno.

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La recensione L'arte della fuga di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-03 00:00:00

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