collettivo Ginsberg ASA NISI MASA 2013 - Rock, Blues, Alternativo

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Noise, indie, math rock: un disco cupo e complicato. Un disco come ce ne sono pochi in giro

Citazioni letterarie, rock e noise decostruiti e ricostruiti continuamente, vene blues e animo cantautorale sullo sfondo. Collettivo Ginsberg è una band che molti tenevano d'occhio da un po', dal potenziale alto e l'attitudine quasi apocalittica. Questo disco segna un passaggio importante nel loro percorso, fermandosi là dove si incrociano tutti i "post" dei generi, musicali e non, dal post-rock al post-modernismo. 

Il disco si apre con "Come Quando Fuori Piove", un pezzo in dialetto romagnolo, terra di provenienza del Collettivo. Belle chitarre, atmosfera che si scalda. Il pensiero va ai cut up dell'ultimo disco dei Massimo Volume. Ma qui si butta tutto dentro una centrifuga.
L'estro dadaista viene fuori già da "Canto Erotico Primitivo", con il piano stralunato e ritmi più ironici. Si passa poi per ballad in stile Tom Waits, ma con la voce volutamente lontana ("Nel Giorno Dopo Di Dio"). Si comincia a pensare al Teatro degli Orrori, inevitabilmente: da "Io non ho mani", uno dei pezzi più belli del disco ma forse tra i più convenzionali, fino a "Il Cavallo di Torino" o "L'artiglio". Nel frattempo le citazioni letterarie scorrono, da Ginsberg a Campana passando per Pasolini, scandite dal math rock. Lamenti blues si sentono in "Ho cercato i tuoi occhi", del rock seventies in "Papa morte", con tante chitarre e batteria cupissima. Mantra industrial si sprigionano in "Salmo", mentre la chiusura è un lungo recitato, "Quindici Secoli", con parecchia tensione lirica e suoni di ogni tipo ad accompagnare il crescendo.

Un disco come ce ne sono pochi in giro. Crudo, denso, complicato, a tratti quasi fastidioso (il noise non deve forse far questo: dare fastidio?). Ce n'è anche troppa, di carne al fuoco: la centrifuga di cui accennavamo sopra, dopo un po' rischia di sparigliare le carte. E c'è il pericoo di perdersi. Dovrebbero prenderci per mano, invece, e accompagnarci meglio dentro i loro vortici. Nell'attesa che anche la raffinatezza si insinui tra le loro chitarre e le loro distorsioni, Intanto, teniamoci stretta questa buona base di partenza.
 

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La recensione ASA NISI MASA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-17 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • collettivoginsberg 8 anni fa Rispondi

    sara, a settembre si riparte! ci farebbe piacere rileggere un tuo commento, magari vedi di accaparrartelo quando arriverà in redazione!