Threelakes And The Flatland Eagles War Tales 2013 - Indie, Folk, Alt-country

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Storie che respirano, materiale che pulsa. Vivo come il profumo del legno.

Le “War tales” che ci raccontando Threelakes & The Flatland Eagles sono dieci e portano via poco più di una mezzoretta. Quando ho ascoltato per la prima volta il disco, come faccio sempre, non ho fatto troppo caso ai dettagli. La prima volta funziona che ti fai prendere e quello che arriva, beh… arriva. In quel momento, facendo il distaccato, ho pensato un po’ agli Alt-J, ai Mumford & Sons più compassati, ai Maccabees e ai Balmorhea. E che questo disco non ha davvero nulla da invidiare ai tanti suoi cugini forestieri, per cura, tecnica, melodie, appeal, gusto e messa in scena. L’atmosfera è densa, corposa; sembra quasi di respirare il profumo di un ceppo di legno appena tagliato. Quell’odore vagamente acre e pungente, ma anche così caldo e rassicurante. Il secondo ascolto, e di seguito tutti gli altri, mi hanno permesso di entrare più in contatto con la creatura di Luca Righi. All’atmosfera, al suono, si aggrappano le parole, e in quel momento le sue storie (inevitabilmente ispirate ai racconti di un nonno, quell’accordion player che scappò dai tedeschi con fisarmonica in spalla) prendono una direzione ben precisa. Diventano storie che parlano di noi che vivivamo attraverso i personaggi che le popolano; raccontano di conflitti più o meno lontani (e più o meno esteriori) per ricordarci quanto siano vicine quelle battaglie così diverse che ognuno di noi si trova ad affrontare ogni giorno. Quasi come un concept “"War tales" racconta le mille sfumature di chi le guerre le fa e di chi le subisce. "War tales" racconta della luce e del buio. Dove puoi nasconderti ma dove poi rischi di non trovarti più”. “The lonesome death of Mr. Hank Williams” (che guerra la sua!), “To do”, “The day my father cried” (un dipinto commovente), “D-Day” (forse il pezzo migliore del disco), “March”… L’anima è Threelakes, il corpo i bravissimi Flatland Eagles (Andrea Sologni dei Gazebo Penguins, qui anche in veste di ottimo produttore, Raffaele Marchetti, Lorenzo Cattalani, Marco Chiussi e Paolo Polacchini dei Three in One Gentleman Suit).

Che disco è “War tales”? Un disco molto emotivo, intimo, dallo sguardo riflessivo preso a scrutare qualcosa di molto lontano. A tutti piace sentire raccontare storie, specialmente se queste storie sanno colpire. Qui dentro ce ne sono dieci: sono folk, sono country, sono sorrisi tristi, sono pura malinconia. Arrivano quasi a tratteggiare paesaggi melodici vagamente post rock, usando i colori della prateria (americana). Sono storie che respirano, materiale che pulsa. Vivo come il profumo del legno.

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La recensione War Tales di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-30 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • rudefellows 11 anni fa Rispondi

    bello bello. ma non avevo dubbi