Tiger! Shit! Tiger! Tiger! Forever Young 2013 - Noise, Indie, Shoegaze

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L'età dell'oro che ti cambia e a volte ti spezza come un vortice di rabbia e di pioggia selvaggia, nonostante la tua demente presunzione giovanile ti faccia sentire senza paura.

Sono passati tre anni dal loro ultimo EP e cinque dal loro esordio. Da allora, il trio punk umbro dei Tiger! Shit! Tiger! Tiger! ha fatto un sacco di cose e visto un sacco di gente. Ha attraversato l'oceano più volte, per andare a prendersi un posto al sole nella Grande Mela, e si è fatto notare anche lì, considerati i live in occasioni come il SXSW di Austin, il tour americano e il fatto che più di un loro brano è finito nelle colonne sonore di film e serie TV prodotte negli States.

Tralasciando per un attimo tutta quella che è stata la loro carriera, basta una prima occhiata alla tracklist per accorgersi che i TSTT sono cambiati, che sono maturati e che hanno voglia di discorsi più rotondi e circolari rispetto a prima. "Forever Young" è quasi un concept album, che ruota attorno a un fil rouge molto chiaro: la giovinezza, nella sua accezione più rabbiosa e tormentata.

L'età dell'oro (traccia 2) che ti cambia (7) e a volte ti spezza (6) come un vortice (4) di rabbia (8) e di pioggia selvaggia (9), nonostante la tua demente presunzione giovanile ti faccia sentire senza paura (5).

Il delirante viaggio interiore in cui ti trascinano è di una lunghezza che nel complesso diventa quasi violenta, e ogni singola traccia sembra descrivere un diverso stato d'animo, vorticoso, intimo e diversissimo dal precedente. La batteria serratissima, che non molla i piatti neanche per un secondo, e la voce talmente dentro che diventa puro rumore, tutto questo crea un muro di suono inscalfibile e compatto che ti si schianta addosso e che ti dà il primo attimo di respiro solo dopo sei tracce: quando l'intro di "Broken" rallenta per pochi secondi i tuoi battiti cardiaci e ti accorgi che stai trattenendo il respiro da quando hai schiacciato play. Un secondo momento di sollievo arriva con "Rage", seppur in modo molto diverso: il suo attacco capriccioso e ostinato è una gioia per le orecchie e per il cuore, come una decisione caparbia che non prevede compromessi.

Se il singolo "Twins" sembrava anticipare un album affine alle sfumature più classiche del noise e dello shoegaze, ricordando mostri sacri come Jesus&Mary Chain, Sonic Youth e My Bloody Valentine, l'album rivela invece uno stile più fresco e contemporaneo, che per molti versi ricorda le band della Sacred Bones Records: l'ordinata attitudine alla distruzione di un gruppo come The Men, ma anche la compatta e seducente monotonia dei Moon Duo.

I TSTT escono da questo controllo qualità del tutto vincenti, ribadendo quanto abbiano voglia di immaginarsi altrove e confermando definitivamente di avere tutti i numeri per farlo. Chapeau.

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La recensione Forever Young di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-14 00:00:00

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