Lili Refrain Kawax 2013 - Sperimentale, Psichedelia, Metal

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Lili è più unica che rara. Un album oscuro precisamente a fuoco.

La musica di Lili è eccitante. Lei suona benissimo la voce e la chitarra, è una maga della loop station, riesce a destrutturare il metal e a renderlo una cosa nuova, un’orchestrazione per una persona sola. Probabilmente si contano sulle dita di una mano le ragazze in grado di fare la stessa cosa, nel mondo dico. Già questo dovrebbe farvi capire l’importanza oggettiva di averne una in Italia. Dead Can Dance, Miranda Sex Garden, Goblin, madrigali, rituali, tapping ossessivo compulsivo, stratificazioni matematiche ed eteree, ritmo ricavato dalla tortura della chitarra. Kawax è un demone metà vacca e metà toro, asessuato, apparso in sogno e mai dimenticato. Questo album è dedicato a lui, alla propria bestia interiore e a tutto quello che ne consegue.

Si apre con “Helel”, profuzione d’oscurità distorta e voce epica. Una intro programmatica dalla quale scaturisce “Kowox” ed è una piena di note che sembra d’avere imprigionato Paganini nel pedale del loop. Con “Goya” si cambia registro e come suggerisce il nome, le scale si fanno latineggianti ma sempre buie. Cresce fino a poterci ballare su. Con “Tragos” giunge l’adunata di streghe. Eterea e malevola. "Elephants on the pillow” è invece un pezzo ritmico e tribale, un bello stacco per giungere a “Nature Boy”, cover dilatata di un pezzo diventato standard, del 1947. Una grande prova vocale nella quale Lili usa entrambi i registri, quello lirico e quello, beh, diciamo normale. Ecco, questa interpretazione vista dal vivo, spaventa assai. “666 Burns” ci porta nelle paludi dello swamp voodoo di New Orleans ed “Echoes” è un crescendo di quasi 10 minuti, nel quale si può pure cadere in trance. “Baptism of fire” è puro prog matematico. Poi arriva “Sycomore’s Flames”, ballata di salvazione o dannazione eterna, a tratti celtica, sicuramente grandiosa.

Un disco che funziona, che non ha cali di tensione, completamente a fuoco, che diventa ad ogni ascolto più intrigante e si rivela una delle uscite in grado di uscire dai confini nazionali da subito. Live poi, diventa uno spettacolo. Fidatevi.

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La recensione Kawax di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-21 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • luca.antonozzi 11 anni fa Rispondi

    per l'esattezza il disco esce per Subsound Records in Cd ed in vinile per SANGUE DISCHI, NON Sangue Disken.