Arcastella Elementare 2003 - Cantautoriale, Rock, Folk

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L’ascolto di “Elementare” corrisponde ad un piacevole viaggio nel corso del quale è facile sentirsi trasportati verso territori dominati da suoni gentili e per nulla sgraziati, dominati dal gusto per un rock venato da accenti pop, inseriti in una sorta di rumorosa delicatezza - tanto per usare un efficace ossimoro. È un suono che rimanda alla scuola dei cantautori quello proposto dagli Arcastella, che attinge alle lezioni di mostri sacri come Francesco De Gregori o Fabrizio De Andrè. Istinti governati da un Massimo Bubola attentissimo (assieme al vocalist Giovanni Del Casale) alla consolle; la sua opera, infatti, ha contribuito a realizzare un album dall’impatto emotivo di tutto rispetto, non dimenticando di fornire alla band i mezzi per distaccarsi dal rischio di far suonare il cd come un vinile di 25 anni fa. È forse questa la chiave per non sorprendersi più di tanto della presenza, tra gli ospiti, di Amerigo Verardi: l’ex Allison Run gioca il ruolo di ‘professore pazzo’, andando a manipolare, con le sue tastiere, “Qualcosa di me”, uno dei pezzi più riusciti del cd.

Divagazioni devianti a parte, il lavoro è un esempio di come si possa suonare del buon rock d’autore senza, per questa ragione, essere costretti a proporsi come alternativi a tutti i costi. La chiave di tutto sta, forse, nel titolo del cd, che richiama proprio quell’idea di semplicità (e, talvolta, di candore, come in “Onda di canto”) che non fa altro che attraversare tutto l’album. Gli Arcastella, dunque, si schierano dalla parte di chi vuole riscoprire un certo modo di interpretare una forma canzone piuttosto ‘classicheggiante’ - e non importa che il suono sia acustico od elettrico. Nessun ricorso ad estremizzazioni di sorta, quindi, e poche tentazioni oblique. Ma la lezione degli anni ’70, quelli italiani, mostra di essere stata ben somatizzata, facendo ricorso, per altro, a liriche che, nel cinismo della nostra epoca, sembrano fuori posto. Non è da tutti i giorni sentire qualcuno che recuperi il ricordo della quasi dimenticata Giovanna Daffini (citata in “E se fosse questo il segreto?”), che affidi l’apertura del proprio cd ad una favola (“Montenero”), o che dedichi le sue canzoni al mondo dei bambini (“I capelli di una bambina”, “Primo giorno da uomo”). Al di là di qualche difetto (la voce del già citato Giovanni Del Casale, ad esempio, non è il massimo dell’espressività), “Elementare” rimane un disco in grado di spiccare tra il tanto ciarpame di plastica che invade ogni giorno il mercato. Una bella lezione di raffinata sensibilità.

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La recensione Elementare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-17 00:00:00

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