Nel dilagare di sperimentalismi, a chi, stanco delle divagazioni musicali, cerca un ritorno al classico rock italiano è consigliato l’ascolto dei Quarzomadera, trio di Monza che licenzia il proprio primo cd singolo dal titolo ambiguo ma che, grazie ad un artifizio grammaticale, ben si presta a sfumate interpretazioni.
La copertina, trattata con molta cura, introduce visivamente l’ascoltatore ai tre pezzi che compongono il loro lavoro, ambientandolo ed indirizzandolo verso i testi che con amarezza descrivono una sfuggente ed amorevolmente detestabile figura femminile. Il legame con la tradizione si manifesta nella predominanza della voce, che gli strumenti portano in palmo di mano e assecondano sensibilmente, come anche negli assoli di chitarra, con un’alternanza e piacevole sovrapposizione della chitarra elettrica a quella acustica. La sezione ritmica, invece, ha per lo più una funzione di appoggio, con un andamento regolare e qualche tentativo di cambio di ritmo, lasciato tuttavia allo stato embrionale; balzano all’orecchio dei buoni spunti, tuttavia non sembrerebbero ancora sufficientemente approfonditi, dando l’impressione di voler imboccare una direzione ben precisa per rientrare prontamente in binari più prevedibili. Vero è che trattandosi di un esordio c’è margine e tempo per scandagliare le proprie potenzialità concretizzandole, magari con un tocco più personale che dia una connotazione inconfondibile.
Esulando da un approccio più ‘scientifico’, le canzoni scorrono fluide, molto radiofoniche, energiche e con alcune corpose divagazioni chitarristiche; resto tuttavia molto refrattaria di fronte ai testi, sia per una personale reticenza ad associare, a livello estetico e sonoro, il genere rock proposto alla lingua italiana, sia per il delicato tema affrontato, costantemente a rischio di ovvietà.
Rimango curiosamente in attesa di conoscere future evoluzioni.<
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La recensione Lunica (single) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-27 00:00:00
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