Versoseno Radioseno (ep) 2003 - Rock, Punk, Alternativo

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Demo casalingo (e si sente) di questa band messinese, attiva sin dal 1998, che lotta nella calda immobilità della città natia e delle altre città siciliane limitrofe (e solo chi sa cosa significhi viaggiare in Sicilia può capire quanto Palermo possa rivelarsi ‘limitrofo’ a Messina in piena estate…) per riuscire a trovare spazi e occasioni per suonare senza doversi piegare alla solita richiesta di cover. Il ‘seno’ del nome non nasconde altro che le iniziali dei 4 punti cardinali, a significare la loro volontà di esplorare la musica a tutto campo. Per ora si mantengono saldamente nell’ ambito del rock, un po’ alternativo, un po’ melodico, ed in effetti riconducibile in parte (minima) al pop-punk che i tre indicano come stile (perchè se la mettiamo così mi vengono in mente i Blink 182 e allora siamo fuori strada…).

Si inizia dalla piacevole “I bei tempi”, con doppia voce e incedere azzeccati, buon basso, testo curato sulla voglia di tornare indietro nel tempo, sulla paura di invecchiare, di crescere anche, di dover dire addio alla spensieratezza che solo col senno di poi si riesce pienamente ad apprezzare. Un sentimento che accompagna molti di noi, e si rinnova ad ogni passo (un giorno vi troverete a rimpiangere i vostri 50 anni, è una regola naturale direi…). A seguire “Samurai”, che soffre di una registrazione e di un missaggio non proprio perfetti, soprattutto per le voci, che a tratti risultano sfocate, e forse di una certa eccessiva linearità degli effetti usati. “Libero di volare” si presenta con un incipit con tutta probabilità proveniente dagli infami scherzi telefonici registrati, che pensavo dominio incontrastato dei cervelli più rattrappiti dei miei conoscenti veneti (“Sono una puttana maltese…”: ma come vi è venuta?). Anche qui il materiale non è male, un buon ritornello, ma i volumi giocano contro. E infine “Campi di cotone”, con i sogni di fuga (o forse in fuga) di uno schiavo nero delle piantagioni.

Direi che la direzione è giusta, e la prima traccia lo testimonia. Inoltre mi rendo conto che è difficile ottenere una buona qualità audio usando un computer qualsiasi per registrare - e per dirla tutta band che oggi sono famose in tutto il mondo agli esordi proponevano registrazioni peggiori (vedi “Maximum rock’n’roll” dei NOFX, a causa del quale ancora mi sanguinano le orecchie…).

Escludendo quindi questo inconveniente, si può affermare con tranquillità che la scrittura non è affattomale, anche se presentano ancora margini di miglioramento nella direzione indicata dalla canzone d’apertura. Ossia melodie pulite e semplici - ma che non sappiano di già-sentito-mille- volte - e testi che seguono la stessa politica, facile ma non banale. Continuate a crederci, e soprattutto a divertirvi suonando in giro!

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La recensione Radioseno (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-06-12 00:00:00

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