Prof. Plum Governo Tecnico 2014 - Rock, Indie, Grunge

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Un buon rock che si strattona tra distorsioni, armonica, Zen Circus e Jocelyn Pulsar. Non male.

I Prof Plum, quartetto rock di Cantù, hanno deciso per questo secondo album di dar sfogo a tutta la propria creatività: “Governo Tecnico”, questo il nome dell’ultimo lavoro, si presenta addirittura con 20 nuove tracce divise in due sezioni, “Larghe Intese” e “Magre Figure”. Il risultato è, come si può immaginare, un calderone eterogeneo, continuo flusso di alti e bassi e la continua sensazione che un lavoro più piccolo e selezionato meglio avrebbe di certo colpito di più.

“Piazzale Libia” ed “Abissi”, le prime due canzoni che introducono il disco, sono lì per convincerti che i Prof. Plum sono quel gruppo rock classico, dove a farla da padrone sono la chitarra sporca e distorta o una potente batteria. La vera natura del gruppo, però, è ben più articolata: una profonda ed evidente spaccatura tra sonorità in chiave grunge ed un b-side consistente dalle tinte spiccatamente acustiche segna per intero lo sviluppo del disco. Lo stesso gruppo, allora, sfrutta questo lavoro per confrontarsi contemporaneamente in due sfide parallele, conquistando risultati decisamente differenti. Quando i Prof. Plum infatti, rinunciano a rincorrere il volto più duro del rock, riescono a mostrare il lato più genuino della band, offrendo all’ascoltatore un motivo valido per essere ricordati. “Mistero di fede”, “L’elogio del cattivo gusto” e “La città di Como flagellata” rappresentano appieno il concetto espresso; il momento più alto dell’album, però, è concentrato tutto in “Dove cazzo volete andare”. Qui gli Zen Circus di “Viva” sfidano a braccio di ferro Jocelyn Pulsar e l’armonica sostituisce le distorsioni: ciò che ne viene fuori è un risultato più che convincente, chissà la direzione giusta da intraprendere in futuro per esprimere al meglio le capacità del gruppo. Anche se "Governo Tecnico" si risolve in un continuo alternarsi di canzoni piacevoli e brani meno sostanziosi, in fin dei conti sembra che a prevalere siano le tracce per cui vale la pena spendere una buona parola: non tanto per un fatto puramente matematico, quanto per la potenzialità che il gruppo riesce a dimostrare in alcuni punti precisi dell’album.

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La recensione Governo Tecnico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-10 00:00:00

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