Novanta Best-selling dreams 2014 - Elettronica, Post-Rock, Shoegaze

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Un disco che vale la pena amare veramente

Qualche mese fa ho fatto un incubo. Era terribilmente angosciante, osservano le storie di tre sconosciuti che si intersecavano l'una nell'altra fino a diventare la mia vita. Il sogno è diventato ossessione e per un breve periodo del passato inverno mi è capitato anche mentre ero sveglia, mentre camminavo in mezzo alla gente, di percepire da lontano una flebile voce. Ho avuto la stessa sensazione solo altre due volte: la prima, quando mi addormentai con un colpo di sonno a 140 km/h sull'A24 e la seconda oggi, mentre ascoltavo il nuovo disco di Novanta “Best-selling dreams”.

Merito dell'epifanica scossa emotiva, la fluttuante voce di Giampiero Riggio e i synth scarni e taglienti di Manfredi Lamartina, il nostro Novanta, che aprono l'album con “Light changes”. Quando un incipit ti sconvolge così sin dalla prima, allora l'ascolto diventa molto complicato, mentre questo s'impossessa dell'inconscio essere critici inflessibili risulta utopico, se non addirittura impossibile. Non ci si accorge neanche che la voce, in “Windows”, è diventata quella di Claudio Cataldi. Più sporca, più regina shoegaze della precedente. Sempre notturna, sempre.
Le atmosfere noise e slowcore di Novanta riportano alla luce del giorno quel tesoro dimenticato di “I could live in hope” dei Low. Entrambi intimistici, entrambi dolorosi e commoventi.
“Best-selling dreams” sembra un disco scritto con la pazienza dell'arte del ricamo, punto dopo punto, di quelli che vale la pena amare veramente, perché altrimenti perdono la loro ragione d'essere nella grossolanità dei sentimenti usa e getta. Prendiamo “A fever” come atto di fede. Consideriamone la centralità all'interno del disco e lasciamoci condurre in una nebbiosa Milano di semafori accesi e spenti, spenti e accesi anche perché dopo, per 4 minuti, con “2young2die” cambierà tutto. Non è un amore lungo un giorno, non può esserlo neanche se il disco si chiude emblematicamente con il titolo “La maledizione degli affetti”.

Le voci sono tre (c'è anche Białogard che canta in “Worthless whirls” e “Reasons”), anche le storie sono ancora tre, come in quell'incubo che ora è un sogno. Un true love knot destinato a durare in eterno quello con Novanta e con questo splendido disco.

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La recensione Best-selling dreams di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-13 08:00:00

COMMENTI (1)

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  • DistortedGhost 10 anni fa Rispondi

    per me tra le migliori release del 2015, notevole l'apporto di Riggio e Cataldi, altro che la solita fuffa indie cautatoriale, "Novanta" va molto oltre !