Sadside Project Voyages Extraordinaires 2015 - Pop

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Un lavoro che dimostra coerenza dall'inizio alla fine, tracciando un solido percorso preciso e logico che lascia, al termine di questo straordinario viaggio, la voglia di premere nuovamente play e salire ancora su quel dirigibile trasognante.

Una mattina soleggiata sarebbe l'ideale per farsi portare via dal dirigibile della copertina di "Voyages Extraordinaires", nuovo disco dei Sadside Project, anche solo per qualche ora.

Il dirigibile sorvola sulle atmosfere sconfinate e sostenute di "Nautilus", con i suoi continui cambi ritmici della sezione archi, ora rilassata e languida, ora frenetica e veloce in un dialogo fitto con le percussioni, per poi ammirare dall'alto la marcia cavalcante di "The Dock", accompagnata da una tromba che riempie lo spazio circostante in estensione e bellezza (suonata qui da Edoardo Impedovo dei Boxerin Club). Subito dopo attracca in un porto dell'Irlanda del Nord per scatenarsi in una danza di paese con "Requiem (for a friend)", un velo di malinconia nel cuore mentre qualcuno accanto intona "Brotherhood", brano dal gusto retrò, figlio legittima di "1959 (the last prom)" del precedente "Winter Whales War". In fretta torna l'allegria smodata con "Third Class Heart Party (festa di paese)", brano dalle tinte mariachi e calde, seguito dall'andamento pop folk di "Sherwood", fino a capitolare nei cori di "Summer Singing Collective". La chitarra elettrica ruvida e satura di "Truth" e "Interstellar", brani à la Arcade Fire di "Wake Up" che virano con decisione su sonorità più rock, trascinano con forza fino a dimenarsi fra le pieghe sonore della conclusiva e dal gusto popolare "Analog Landscape".

La sezione archi è diventata, in questo disco, parte integrante del suono dei Sadside Project, regalando tinte calde e avvolgenti al folk tipico che la band ci propone. Tutti i brani generano immagini d'altri tempi, a tratti bucoliche, rendendo impossibile restare impassibili di fronte alle atmosfere squisitamente irish folk che si vengono a creare sin dagli inizi. Non ci sono tempi morti, ogni strumento riempie alla perfezione lo spazio, senza abbassare mai l'intensità del sound, corposo e consistente. Un lavoro che dimostra coerenza dall'inizio alla fine, tracciando un solido percorso preciso e logico che lascia, al termine di questo straordinario viaggio, la voglia di premere nuovamente play e salire ancora su quel dirigibile trasognante. 

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La recensione Voyages Extraordinaires di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-17 09:00:00

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