Riccardo Sinigallia s/t 2003 - Cantautoriale, Elettronica, Alternativo

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E' bene - prima di tutto - ricordare di chi si sta parlando: Riccardo Sinigallia è stato per anni, all'interno dei Tiromancino, una presenza discreta che ha tenuto in mano le redini del progetto quanto e più dell'intestatario attuale, Federico Zampaglione - che, com'è noto, si è poi fatto intestare la casa prima di dare lo sfratto a tutti quanti. A quest'ultimo è poi bastato ricircondarsi di musicisti altrettanto bravi, che avessero un altrettanto perfetto anonimato da coltivare, ed ecco emergere 'un uomo-un perché', l'equazione che fa di una sola persona l'unico erede di una 'proprietà' che probabilmente gli spetterebbe in porzione, dopo essere stata più o meno equamente suddivisa per quattro.

Già, perché se si parla del progetto Tiromancino occorre menzionare, almeno, fino al 2001, Francesco Zampaglione (parente? Sì, più precisamente fratello) e Laura Arzilli, anch'essi parte del passato del gruppo (salvo quello recentissimo cui accennavo) ed anch'essi confluiti nel progetto del quale rendo merito qui. E i ringraziamenti che l'intestatario dell'opera ha voluto inserire alla fine di "Buonanotte", nel pieno del disco, fanno riflettere proprio sul fatto che non basta più stilare un piccolo elenco di chi c'era nelle quarte di copertina. Perché nell'epoca del 'masterizzato' per il cinquanta percento di chi possieda una copia, la copertina, quando esiste, è un bianco e nero della parte esterna a bassa retinatura.

Trovo quindi che sia un gesto quantomai nobile ricondurre i contenuti a chi ha dato loro forma, rischiando il kitsch, ma dando esempio estremo di cosa significhi considerarsi 'parte di un lavoro'; giurando che chi c'era esiste finché esisterà quello che ha fatto.

Tanto per chiudere con il paragone (scomodo, come tutti i paragoni) dire che chiunque abbia apprezzato l'ultimo parto dell'altro Zampaglione, rimarrebbe senz'altro molto ben impressionato da questo disco, ricco di tenui (e meno tenui) gradazioni cromatiche di chitarra che si ritrovano a fare da contrappeso alla delicata disposizione di rumori che delineano le sembianze degli arrangiamenti - riuscendo a tenere caldi i 'freddi numeri del digitale', di cui questa musica può dirsi figlia. Il pezzo di apertura ("Cadere"), ad esempio, dimostra come un'idea scritta e riscritta (quella della caduta come vuoto sentimentale) possa essere riscritta ancora se si riesce ad aggiungere qualche sensazione che le parole non possono dire.

E una volta tanto trovo impertinente parlare di atmosfere 'liquide', perché la sensazione tattile che lascia questo disco non è semplicemente quella di 'bagnato', ma semmai di un contatto a pelle che potrà fare impressioni differenti. L'unico strumento perfezionabile (anzi: da perfezionare) è la voce, le cui trame sembrano stare al di sopra del resto con una ridondanza che servirà senz'altro al riconoscibile del personaggio, ma che fa considerare come alcuni testi, più che degni di nota, meriterebbero forse un veicolo maggiormente articolato.

E a proposito di testi, si potrebbe definire un registro di stati d'animo deficitari (altrimenti sofferenze) di vario tipo, dove "Bellamore" rappresenta la capoclasse di quelle sentimentalamorose, il filone più evidente; dove "La revisione della memoria" fa il gioco di ricordare responsabilità retroattive di scandalose tendenze all'oblio ("…e adesso prendete me. Almeno piango per un motivo, che non sia un amore finito…"); dove " Ah nella vita…" aggiunge speculazioni, si suppone ironiche, sul 'life-style'; dove "Buonanotte", che rappresenta quanto già detto, si chiude con "…A tutti gli altri: grazie lo stesso…". Infine da segnalare "Io sono dio", già contenuta nella colonna sonora di "Paz", da relegare nelle ironie dirette (a chi si può solo immaginare).

E così via un disco che ha un'indubbia autocoscienza della superficie e dei profondi, che hanno la sventura di dover condividere un piano comune nel supporto di un disco, e dove quindi qualcuno non andrà oltre la prima.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-05-20 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • quid 18 anni fa Rispondi

    provoca un tedio raro

  • faustiko 18 anni fa Rispondi

    ...a me 'sto cd fa venire il latte alle ginocchia... ho provato anche ad ascoltarlo in situazioni diverse ma niente... :|

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Cioe?
    Hai sentito dei demo che poi non ha pubblicato?
    Io lo adoro, se hai delle sue chicche donale al mondo....

    Tornando al disco, io lo trovo bellissimo...anche se sono un pò di parte...
    Grande Riccà...

  • cinico 18 anni fa Rispondi

    lo dico senza vena polemica...
    ma le cose migliori che Riccardo ha scritto non sono mai uscite.
    forse erano troppo "pop" ma...
    :?

  • chinaski 18 anni fa Rispondi

    disco capolavoro nel suo piccolo.