C9 Jack in the box 2003 - Crossover

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Le vocalist femminili nel (nu)metal non sono certo una novità, anche nei dischi più duri e urlati (pensate solo alla potenza di una Shamaya, cantante degli Otep). Gioco forza poi che, negli stili che si muovono sui bordi del genere, la presenza femminile sia ancor più accentuata. I C9 quindi si aggiungono alla folla, capitanati da Valentina, che svolge un lavoro notevole nel dar voce alla loro musica, un nu-metal meticciato anche pesantemente col punk melodico e contornato da assaggi di emo, che male non fanno. La loro musica si presenta cangiante e dinamica al punto giusto, con brani che non si abbandonano mai a noiose e pedanti reiterazioni dei cliché che ammorbano molte produzioni. A questa freschezza nell’approccio - che comunque non è ancora sbocciata nell’originalità - si aggiunga il fatto che “Jack in the box” rappresenta il disco d’esordio, dopo due demo e molteplici concerti per lo stivale, e riesce a mostrare chiaramente le potenzialità del gruppo.

I Nostri riescono ad amalgamare le molteplici influenze in maniera naturale, dimostrando di averle fatte proprie; le canzoni, eccetto la simpatica “Outmerrytrack”, episodio pop di chiusura, sono tirate e cariche quanto basta (provate l’attacco hard-core verso la fine di “S.O.P”), con il solito alternarsi di pezzi melodici e urlati tipico dei generi da cui i C9 muovono i propri passi.

Purtroppo le incertezze comuni nei giovani gruppi, soprattutto nella fase di scrittura dei brani - che a volte paiono muoversi in molte direzioni senza un piano prestabilito, senza una precisa identità - penalizzano un po’ il risultato. Nonostante ciò la sincerità della proposta di “Jack in the box”, la qualità media sostenuta - si muoveranno un po’ in disordine, ma lo fanno bene - e l’approccio non prevenuto alla materia, ne fanno qualcosa di più di una piacevole promessa di cose a venire, di un passo nel cammino della band verso una sua più precisa e studiata cifra stilistica nel guado tra punk melodico e sonorità nu.

Un buon esordio e staremo a vedere se, crescendo, sulla scorta delle esperienze e delle capacità, riusciranno ad affermare con più sicurezza la loro personalità e a rendere ancor più compatto e coeso il proprio sound.

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La recensione Jack in the box di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-01 00:00:00

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