Motore Rosa Beneath the mask 2003 - Strumentale, Jazz, Elettronica

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Proviene dall’ambito del nu-jazz, questo “Beneath the mask” che esce a nome di Motore Rosa. Si tratta in realtà di una nuova incarnazione di Andrea Bellucci, eccelso tastierista più noto come il signor Red sector A, sigla più attiva sul versante drum’n’bass. Ma altre incarnazioni dell’attivissimo spezzino sono Sondha e Two Soul, tutte variazioni sul tema. Bellucci suona tutti gli strumenti del disco, ma i fiati sono opera della sezione fiati (che orribile bisticcio! Ma come si fa?) di Gone e The Dining Rooms, ovvero il meglio della scena elettronica italiana che si rifà al suono di una certa club culture. Il particolare non è senza importanza, perché tra fiati, piano e composizione delle canzoni il disco si fa senz’altro notare tra tante produzioni anonime di genere. Certo, non siamo al livello dei due succitati ensemble milanesi, né a quello del sommo barese Nicola Conte, il 'Cassano della bossanova'. Ma insomma, questo disco ha qualcosa da dire, è fatto di carne e sangue, non nasce come un riempitivo di sottofondo a cocktail senza parole. Già l’iniziale “Night passage”, pur non essendo trascendentale, colpisce per il ritmo vivo e non di maniera. E poi non è un caso che due brani del disco compaiano nella colonna sonora del film “L’amore ritorna” di Sergio Rubini. Insomma, non si buttano via i soldi per le colonne sonore. E i due brani in questione, “Inside out” e “All is blue” fotografano bene il clima del disco: perfetta colonna sonora per una corsa notturna in auto tra le mille luci dei viali cittadini, conservano però una solarità e una serenità profonde. In definitiva, un disco non trascendentale, ma vero. Non è poco.

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La recensione Beneath the mask di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-16 00:00:00

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