Modena City Ramblers Terra e Liberta` 1997 - Rock, Folk, Etnico

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Signori su la testa, i Modena City Ramblers son tornati e picchiano come finora non avevano mai fatto in quasi un'ora di musica. Picchiano e bastonano come i Clash, li fondono ai Manonegra e non dimenticano i Pogues; aggiungono poi la letteratura di Paco Ignacio Taibo II, di Gabriel Garcia Marquez e di Luis Sepulveda per cantare al mondo "Viva la revolucion". Parlano dell'utopia della rivolta, di eroi che non si sono stancati di lottare, di miti che ancora oggi brillano in ogni parte del mondo, e lo fanno senza aver paura di usare gli strumenti quasi fossero delle armi caricate a pallettoni : in "Terra e liberta`" le chitarre vengono usate un po' come The Edge fece a suo tempo (...bei tempi, quelli!) per musicare le parole di "Bullet the blue sky". Pur tuttavia non mancano brani come "Remedios la bella", "Qualche splendido giorno" o "L'amore ai tempi del caos", tipiche ballate a cui ormai ci ha abituato il gruppo e che si arricchiscono dell'armonica di Giovanni Rubbiani, quasi a dare sprazzi di country a un disco che ha un suono indubbiamente eterogeneo, rispetto ai canoni a cui eravamo abituati. Come gia` anticipato il nuovo lavoro ha un immaginario piu` ampio : non solo Irlanda, ma anche testimonianze dell'esperienza col popolo Saharawi ("Radio tindouf") e soprattutto impressioni musicali della cultura sudamericana, quella che gli autori sopra citati e gli ultimi film di Ken Loach ci hanno fatto apprezzare. Quasi che Cisco e compagni non facciano piu` solo riferimento alla Resistenza o ai periodi caldi di fine anni '60, ma (ri)scoprano figure di notevole importanza che attraverso certa letteratura, generata da tutti quei nomi che nei credits dell'album vengono elencati come fonte d'ispirazione, abbiamo imparato a conoscere. A questo proposito e` molto suggestiva "Transamerika", ispirata proprio all'avventura di Ernesto 'Che' Guevara e dell'amico Alberto Granado, che da giovani decisero di percorrere in moto buona parte dell'America latina per conoscere persone e costumi di popolazioni diverse fra loro. Invece con "Macondo express", piombiamo nel racconto del viaggio in treno di Ramon e Manu Chao verso la citta` del romanzo "Cent'anni di solitudine", proprio quella Macondo della canzone, che si trova in Colombia. Dopo questi indizi penso sia piu` facile decifrare quest'album, dove sono incastonate anche altre perle come "Marcia balcanica" (che sembra uscita dalla colonna sonora di 'Underground', il film di Kusturica), la 'swingante' "Ultima mano", e le incazzatissime "Cuore blindato", "Il ritorno di Paddy Garcia" e la stessa "Cent'anni di solitudine" (ovvero: non piu` 'combat folk' ma 'combat punk', se volessimo affidarci alle etichette). Riflessioni: I Modena City Ramblers hanno ripreso a volare molto in alto, dimostrano quanto si possa essere bravi a variare i temi di certi musica pur non uscendo fuori dai solchi tracciati (dal 'combat folk' alla 'patchanka celtica'!), e soprattutto non hanno alcuna paura a gridare le ragioni della loro musica, legata a quegli ideali che nella societa` del 2000 vengono calpestati in nome del 'dio business'. Dopo una prova del genere non ci rimane, percio`, che gridare lunga vita ai nostri 'Delinquent ed Modna'!

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La recensione Terra e Liberta` di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1997-09-28 00:00:00

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