Anatrofobia Tesa Musica Marginale 2004 - Progressive, Jazz, Post-Rock

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Esistono momenti in cui il corpo vuole sentirsi avvolto da qualsiasi cosa sappia entrare in risonanza con l'ambiente, così gli Anatrofobia decidono di prendersi cura di questo bisogno, lanciandosi alla ricerca di tutti quei pezzetti di suoni dimenticati in giro da altri musicisti, per costruire una coperta irregolare con cui riempire lo spazio intorno ai pensieri. Descrivere il loro disco è difficile, perchè non danno un punto di riferimento costante. Li scopri a centrifugare vecchi vinili di musica lounge anni '70, ricomponendoli in astrazioni di jazz alieno, ampliando e restringendo di continuo i confini della loro musica. Ecco così che un lungo tappeto di droni orchestrali avvolge multiformi contrappunti elettroacustici, deviando di continuo da una linea melodica che scorre invisibile al di sotto delle strutture, materializzandosi solo nei momenti in cui le atmosfere si dilatano all'infinito sfiorando il rock. Gli istanti di assenza strumentale funzionano come collante tra scene diverse, con il silenzio a diventare arrangiamento. All'interno del loro mondo, gli Anatrofobia controllano i suoni alternando eleganza e brutalità, morbidezza e impeto. Una compattezza esecutiva che stupisce per spessore tecnico e sensibilità nei dettagli. Nulla è lasciato al caso. Anche il ritmo si calibra su se stesso, variando tempi e intensità della musica, quasi fosse colonna sonora di un film muto sperimentale. Un quintetto che coniuga la poteica dell'improvvisazione basso-chitarra-batteria con il calore di strumenti come sassofono e fagotto, rifinendone i contorni con sintetizzatori e campionatori.

Tale è l'impulso creativo che gli Anatrofobia si spingono ad una libera interpretazione di Shostakovich.

Ascoltare questo album è come restare sospesi su un letto in un pomeriggio di pioggia, tra lacrime e ricordi. Ad occhi chiusi. Per spaventarsi di una stanza vuota e riprendersi lo spazio intorno ai pensieri.

Un disco ostico e spesso indecifrabile, ma nel suo genere, un piccolo capolavoro. Nel suo genere.

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La recensione Tesa Musica Marginale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-23 00:00:00

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