DONBRUNO Jacques Cousteau Ep 2016 - Strumentale, Metal, Funk

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Metal destrutturato in un funky che fa ballare ma sa fare anche brutto

Ascoltare i DONBRUNO è divertente. Cioè, ti chiedi come facciano a farti muovere piedi e didietro con dei suoni apparentemente cattivi. Come se un giorno avessero avuto pietà dei distorsori metallosi che facevano gli occhi dolci dicendo "ma noi possiamo farvi ballare" e allora abbiano detto: perché non facciamo il funk metal? E gli è uscito bene.

I suoni sono semplici e ben riusciti, come devono essere, la loro autoproduzione evidentemente non ha nulla da temere. Anche il fatto che la formazione sia basso e batteria non ha nulla da temere. La sezione ritmica signori e signore, la sezione ritmica e basta. Come il loro sangue pugliese che si agita negli amplificatori e decostruisce lo stereotipo del metal che fa brutto, facendo comunque brutto, alla fine dei conti. Ma di quel tipo che ho voglia di sentire dal vivo, per cose come energia, sorpresa, balli idioti e potenza.

Quello che emerge è un progetto che davvero non ha doppi fini e false espressioni. I giovani fanno quello che vogliono fare, senza bisogno di cose che non hanno. C'è chi sa tirare fuori molto da un basso e una batteria e chi nulla da tutta la libreria suoni di Logic Pro. In questo senso non mi scandalizza per nulla il fatto che il disco non mi abbia dato nulla di più di un po' di divertimento, non credo che in fase di composizione ci fossero altri sentimenti dominanti come quel casino animato esploso e, alla fine dei conti, divertito. Del resto, non è un disco a cui chiedo nulla di più di quello che può darmi: cioè movimenti della testa e voglia di sentirli live se passeranno in zona.

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La recensione Jacques Cousteau Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-03 00:00:00

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