Mother Island Wet Moon 2016 - Rock'n'roll, Psichedelia, Blues

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Un disco molto raffinato che punta alla psichedelia, ma con i piedi ben piantati nel blues e nel soul

La band vicentina arriva al traguardo del secondo lavoro, prodotto negli studi Outside/Inside di Matt Bordin di Squadra Omega, sinonimo di garanzia analogica; Go Down Records, altro marchio classico, ci mette il timbro.
Quindi i tasselli sono tutti a posto e spostano anche il tiro della band, modellata sulla voce soul e jazzy di Anita Formilan, verso un suono che considera sì certamente la psychedelia un caposaldo, ma la contamina con un twangin' guitar sound figlio del padre putativo Duane Eddy, riattualizzato poi qualche decade fa da Chris Isaak, non disdegnando nemmeno atmosfere che riportano al retaggio Shadows e produzioni di Joe Meek.
Questo per far capire la fonte di un certo modo di usare il suono della chitarra da parte di questa band, che si dipana in modo obliquo in "To The Wet Moon", sorta di mix tra Velvet Underground e Allah-Las. I secondi sono anche il presupposto sonoro di "Eastern Memories" un bel brano psychedelico scontornato attraverso un chitarrismo e surfin' e twangin'. Stesso mood per "Midnight Sun"

Piace molto la voce di Anita, à la Billie Holiday in "On Days Like These", pezzo che anche qui si connota di quel sostrato surfin e/o Joe Meek sound.
Molto morbido, di estrazione doorsiana, con una bella tastiera a riempire il suono è "Twentynine Palms", figlio di certe atmosfere alla Chris Isaak.
Surf psychedelico-Shadows-Joe Meek sono i connotati del popsike "In The Meantime We Will Dance". Spaia nettamente le carte il capolavoro del disco, ovvero "La Danse Macabre", sorta di dark blues psychedelico, con un sax dai lievi accenti free e una recitazione scuola Diamanda Galas.
Altra soluzione fuori dallo standard del disco è "The Heap", una canzone garage psychedelica addolcita da una magnifica voce jazzata. "Heroin Sunrise" è una bluesy ballad molto twangin' e "Normal Love" si connota di soul psychedelia.

Un disco molto raffinato, dalle trame oblique e sognanti che non mancano di ricordare quanto la tradizione blues e jazz, unita alle esperienze surfin' e twangin', che sono state recentemente esplorate anche da un colosso della chitarra jazz come Bill Frisell, siano imprescindibili per una Kaliphonia.

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La recensione Wet Moon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-29 10:00:00

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