Canova avete ragione tutti 2016 - Pop

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"Avete ragione tutti" è un disco pop sincero, puro, scorrevole. Non stupitevi se dopo il primo ascolto vi ritroverete a canticchiarlo

In questo ultimo periodo si sta parlando moltissimo di musica pop, talmente tanto che tutte le argomentazioni possibili e immaginabili sembrano esaurite, così come esaurite sembrano le possibilità di scovare nuove band che non siano le stesse tre o quattro che riempiono i club di ogni città italiana negli ultimissimi anni. Le convinzioni però, si sa, sono belle proprio perché possono essere messe in discussione in qualsiasi momento ed è qui che entrano in gioco i Canova, band milanese alle prese con il loro disco d’esordio “Avete ragione tutti”, uscito ad ottobre per Maciste Dischi.

Nonostante i tratti prettamente pop permeino ogni brano, dal primo all’ultimo, Mobrici e i suoi riescono a inserire tocchi personali proprio dove devono stare (provate ad ascoltare “Vita sociale”, che scorre con una facilità ed una leggerezza quasi disarmanti), elementi che rendono l’ascolto talmente piacevole che possiamo anche lasciar perdere se spesso ci vengono in mente riferimenti lampanti che potrebbero far storcere il naso a qualcuno.
E così anche se l’intro di “Manzarek” sembra preso da un disco di Vasco Rossi, “Maradona” ci ricorda quanto un brano del genere potrebbe stare in “Fuoricampo” senza problemi o le tastiere di “La festa live” sembrano prese direttamente da “Sparire” de I Cani, continuiamo imperterriti ad ascoltare ogni singolo episodio di questo disco, tanto risulta ben fatto, catchy senza vergogna e con il giusto equilibrio. La mano di Matteo Cantaluppi si sente forte e chiara nei tratti più dreampop del lotto, come succede con i synth anni ’80 di “Aziz”, dove le emozioni vengono cantate di pancia, senza vergogna ("sono come sono anche se non so il perché, senza considerare il fatto che anche tu mi stia guardando come me"), e si viaggia fra ballate dal gusto malinconico (“La felicità”) e ritornelli da sing along da intonare con sfrontatezza e spensieratezza (“Expo”, “Portovenere”).

“Avete ragione tutti” è un disco che conquisterà i più, prodotto egregiamente e suonato molto bene e il cantato di Mobrici è un condensato di calore e sicurezza delle proprie capacità, senza dimenticare però di mettersi in gioco e mai prendendosi troppo sul serio. Anche qui siamo davanti a tutto ciò che, appunto, è stato detto finora sul pop, quello che disegna una generazione dai tratti precisi nei quali ritrovarsi è molto facile (e, talvolta, disarmante) e anche molto bello, senza vergogna e senza pudore. Brani puri che si mostrano per quello che sono senza camuffarsi da qualcosa di diverso, e non preoccupatevi se dopo un solo ascolto vi ritroverete a canticchiare tutti i pezzi a memoria, del resto non pensavate sul serio che ci fossero solo i Thegiornalisti, vero?

 

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La recensione avete ragione tutti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-10 10:00:00

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