Compilation What’s your function? 2004 - Strumentale, Noise, Jazz

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Dei tre tributi a Battiato finora comparsi (gli altri erano “Battiato non Battiato” del 1995 e “Voli imprevedibili” di quest’anno), questo è di gran lunga il migliore. E per almeno tre motivi.

Primo motivo: gli interpreti. Beh, il solo fatto di schierare la crema del rock sperimentale di trecontinenti (Asia, America nord e sud, ed Europa) dovrebbe bastare. Il fatto che nomi come Oneida, Land of Nod, Acid Mothers Temple SWR, Zu, Volcano the bear si cimentino in cover di Battiato è un implicito riconoscimento della grandezza del catanese e una garanzia su un suo trattamento non accademico e di routine. Se si aggiunge che molte di queste band conoscevano già Battiato prima che la Sillyboy proponesse loro questo trick, si ha la misura dell’affetto e della passione che ci sono in questo dischetto.

Secondo motivo: i brani scelti. Un bel taglio al nazionalpopolare, seppure di eccelso livello artistico, che fu da “L’era del cinghiale bianco” in poi. Niente palome e treni nel deserto di Tozeur. Solo brani tratti dai primi quattro lavori di Battiato, i più belli, “Fetus” del 1971 (da cui qui “Fenomenologia / Energia”, “Meccanica” e ancora “Fenomenologia”), “Pollution” del 1973 (qui ci sono “Plancton” e “Beta”), “Sulle corde di Aries” del 1973 ( “Da Oriente a Occidente”, “Aries” e “Sequenze e frequenze”) e “Clic” del 1974 (“No U Turn” e le due versioni di “Propiedad prohibida”). Niente monumenti: libertà assoluta di reinterpretazione.

Terzo motivo: la qualità e la bellezza delle cover presenti. Il livello medio è molto alto, cosa tanto più mirabile se si tiene conto della grazia delle versioni originali di Battiato (si sa, è più facile fare una bella cover di un pezzo che nell’originale era così così). Risulta poi divertente ascoltare le band straniere arrancare rispettose con l’italiano, dopo aver assistito a decenni di nostrani imbarazzanti e penosi tentativi con l’inglese. In generale, i più ossequiosi, nella pur notevole libertà di reinterpretazione che questa tributo dimostra, sono proprio gli stranieri. Le tre band italiane, Jennifer Gentle e Zu/Okapi, dimostrano una notevole libertà d’approccio. I padovani tagliano dall’originale di “Meccanica” la seconda parte, più melodica, e trasportano il testo sulla prima, trasformata in una danza infernale che sembra provenire dai più oscuri recessi della mente di Marco Fasolo, che sembra divertirsi a esplorare la zona di confine tra psichedelia e rock satanico. Una grande versione, quasi una outtake di “Funny creatures lane”, più che un annuncio dell’imminente “Valende”. I romani Zu, qui in coppia con il concittadino plagiarista Okapi, destrutturano “Beta”, traducendola in un linguaggio zorniano teso e disarticolato. Sulla loro falsariga la versione di “No U turn” dei finlandesi Circle, così come i giapponesi Acid Mothers Temple SWR con la loro “Fenomenologia” che sarebbe piaciuta a Sun Ra, ma anche a uno strano incrocio tra 13th Floor Elevator e Grateful dead. Curioso l’omaggio all’Italia degli argentini Los Natas che appongono un testo originale in italiano a “Sequenze e frequenze”, in cui esaltano Battiato e Baggio come campioni dell’italico genio. Qualcuno dovrebbe dirglielo, al piedino fatato di Caldogno.

L’album ha un percorso: dalle versioni più fedeli all’originale a quelle più stravolte. Bella scelta, che lo fa ascoltare prendendo confidenza pian piano con veri e propri gradevolissimi stati di alterazione mentale. E anche in questo sta il vero tributo a Battiato: nel perpetrarne lo spirito sperimentatore. Missione pienamente compiuta.

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La recensione What’s your function? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-12-16 00:00:00

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