Instant Lake Refractory 2017 - New-Wave, Dark

Refractory precedente precedente

Semi-citazionismo darkwave a prezzi di saldo: tanta nostalgia e un bel carico di memoria storica amministrata con buon gusto e misurata devozione.

Gli Editors, tempo fa, dichiararono durante un’intervista che il loro ideale di sound consisteva, alla fine, nel trasportare la malinconia sulle piste da ballo. Ecco, diciamo pure che gli Instant Lake non si allontanano poi così tanto da questa formula: il quartetto campano, infatti, prova a metabolizzare la visione musicale della band di Stafford e a cristallizzarla su disco attraverso gli otto cupissimi brani di “Refractory”, ma riducendone ai minimi termini le nervature pop-rock per enfatizzare la componente sintetica dei suoni, al fine d’immergersi più durevolmente nella torbida densità della notte.

Filone revivalistico a parte (White Lies, Interpol, Editors) – qui toccato abbastanza marginalmente – sono piuttosto gli storici nomi della darkwave europea a spartirsi il patrimonio genetico di questo debutto. È all’interno del canonico canovaccio di genere, che predilige ossessività ritmica, una drum machine quasi sempre sul pezzo, una distesa di synth squisitamente datati, le chitarre corvine, una strizzatina d’occhio alla dancefloor e gli immancabili umori joydivisioniani di fondo (“Do whip” parla da sola), che si dipana il campionario semi-citazionista del combo casertano: dai Depeche Mode più oscuri dell’opener “The Wall Of Prophecy” ai Clan Of Xymox di “Caustero”, dalle cromature sistersiane di “Sit Back” ai Cure che rivivono nell’asse basso/chitarra di “Sink Down”, passando dalla teatralità gotica dei Bauhaus che impregna “Vojage” e la velata ieraticità à la Death In June che accompagna alcune linee vocali (“Prime” su tutte), fino alle movenze ferrettiane in salsa transistorizzata della conclusiva “Marinai”.

Dunque, come spesso accade in questi casi, niente di nuovo sotto il sole (ops, la luna), se non tanta nostalgia e un bel carico di memoria storica amministrata con buon gusto e misurata devozione.

---
La recensione Refractory di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-07-19 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia