Terramare Canti rubati 2005 - Cantautoriale, Folk, Acustico

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Ascolto e riascolto.

Lavoro tecnicamente ineccepibile questo dei Terramare. Eppure c’è qualcosa che non mi convince. Cerco di lasciarmi trascinare dalla musica, provo a scavare nei testi. In linea teorica c’è tutto. Le parole hanno un senso, l’esecuzione è di buon livello. La produzione è pulita. Ogni cosa è al suo posto.

Ecco dov’è forse il problema. Troppo.

Tutto troppo dove dovrebbe essere. Tutto troppo perfetto e pulito.

Non una sbavatura, non un imprevisto. Ogni accordo, ogni frase va a finire esattamente dove ti aspetti. Ogni rima è già nelle orecchie, Tutto maledettamente politically correct.

Una canzone “dedicata ai bambini vittime di guerra”, una per “tutte le donne che per motivi politici o religiosi vivono una vita che non si può definire tale, imprigionate nel buio dell’ignoranza”, una per “chi si sente straniero in casa propria”… e poi la “lettera di una ragazza madre al figlio”. Piccoli quadretti con tanto di didascalia sotto. A partire dalla dedica iniziale: “abbiamo rubato storie nostre e di altri, voci di bimbi e parole ai poeti. Abbiamo vuotato le tasche agli amici, agli amanti, i sogni ai passanti…”
Amo la musica che ti arriva d’improvviso come un pugno nello stomaco. Che stordisce, toglie il fiato, fa male, fa ridere, piangere, fa pensare. Non necessariamente al primo ascolto. Ma se al quinto ancora devo rovistare tra i testi con il libretto in mano per trovare un appiglio c’è qualcosa che non va. Non mi sento di parlar male di un disco ben fatto. Ma non mi genera nessuna emozione. Troppe citazioni più o meno palesi, troppi riferimenti. La musica degli altri credo debba essere respirata, assorbita, filtrata, per poi diventare ul respiro magari ansimante ma inconfondibilmente personale. In “Canti rubati” manca il respiro dei Terramare. Manca qualcosa che faccia dire: “però! …e chi sono questi?” La sensazione più ricorrente è quella di ascoltare il nuovo disco dei Nomadi cantato al femminile, un disco di folk rock che suona pulito come un disco pop. Ma forse hanno ragione loro. I Nomadi non hanno mai venduto così tanto come negli ultimi anni. Non a me però.

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La recensione Canti rubati di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-03-25 00:00:00

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