Bikini The Cat Cold water, hot water, very hot water 2005 - Pop, New-Wave, Indie

Cold water, hot water, very hot water precedente precedente

Strachiacchierati in quel di Verona per molteplici motivi, in primo luogo artistici ed in secondo altri, come una spirale travolgente il nome dei Bikini The Cat è passato nel giro di poco più di un anno da illustre sconosciuto a modestamente conosciuto. Forti di una personalità tutt’altro che normale o quotidiana - con una formazione capitanata da una bravissima ed androgina Leila Gharib - ed un piglio musicale di quelli di cui si parla molto al giorno d’oggi - i Bikini, lucidi e ruggenti, arrivano al primo disco ufficiale. Già avevo parlato – e bene – delle capacità del terzetto qualche tempo fa, quando il loro demo mi era arrivato tra le mani un po’ per amicizia e un po’ per curiosità. Ora invece i ragazzi fanno sul serio: produzione accurata, booklet arzigogolato, promozione attenta. E musica come si deve.

Diciamolo subito: siamo dalle parti di un indie rock anglosassone mutuato dal ciclone Franz Ferdinand, legato al ritmo e alla carnalità emo-pop di gente come gli Yeah Yeah Yeahs, ma decisamente aggrappato alla fisicità di nomi ben più tutelari come Sex Pistols, Breeders e Sleater Kinney. Il gatto siamese non ama crogoliarsi in fusa e tiene botta in miagolii post punk e graffi garage, mantenendo alta la tensione di fondo grazie ad un sapiente uso della chitarra, vero asse portante della musica di “Cold Water, Hot Water, Very Hot Water”. Sebbene a volte si rimanga perplessi per alcune scelte levigate in fase di produzione o per una ciccia ritmica un po’ anoressica, il disco riesce sempre e comunque a fare il proprio fottuto mestiere rock ‘n’ roll, raggiungendo stimabili vette in canzoni come “The Movie” o “Carefully Line”.

Per ora non sono una band che scotta ma nemmeno che ti arriva addosso e scivola via a temperatura ambiente. Anzi, visto il talento che c’è nelle mani della giovanissima e imperturbabile Leila, basterà farsi un culo quadro e cambiare qualcosina nell’assetto tattico della squadra per sperare che il climax che regge il titolo del disco non sia altro che una luminosa premonizione del futuro.

---
La recensione Cold water, hot water, very hot water di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-07-19 00:00:00

COMMENTI (1)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • superhero 18 anni fa Rispondi

    Fuckin' grat music!!!