LB Struttura e ombre 2005 -

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Quando mi comunicarono l’arrivo di questo CD ebbi un sussulto. Ho pensato ad una nuova opera di Uwe Schmidt, seguito di “Pop artificielle”, primo ed unico capolavoro del sound designer tedesco sotto pseudonimo LB. Arrivatomi il pacco, ho subito capito di aver sbagliato. Non che avessi molte speranze, d’altra parte rockit tratta musica italiana. I tedeschi trasferiti in Cile poco hanno a che fare col bel paese. E nemmeno sapranno cosa sia il belpaese spalmato sul panino. Questo demo triangola tra influenze industrial, minimal / ambient e, oserei dire, dark anni ‘80. Le prime due fonti d’ispirazione sono assolutamente evidenti, la terza invece è una sensazione, data probabilmente dalle scelte timbriche sulle tastiere e dall’utilizzo imbianchinistico dei riempimenti paddistici.

Già dal primo ascolto veloce, si percepisce la candida giovinezza dell’autore. Lorenzo nasconde ancora la propria vergogna dietro quintali di riverbero applicato alle ( poche ) voci, difende la propria ricerca citando i nomi di Klaus Schulze e Christian Fennesz ed inonda il comunicato stampa di significati “altri” attribuiti alla musica, come se avesse bisogno di giustificare qualcosa. Lo capisco, a 22 anni l’insicurezza fa la parte di una compagna dal culo grosso in un banco troppo stretto ed è normalissimo cercare di spintonarla in ogni modo, per non restare chiusi nell’angolo più lontano dalla cattedra. Non per niente nella lettera di presentazione, Lorenzo mi dà rispettosamente del lei, reputandomi più carico di esperienza di quanto io forse sia.

Da bravo ed affettuoso “prof.” avrei tanti consigli da dare, vorrei un maggiore coraggio nell’uso delle chitarre ad esempio. Ipotizzo: lunghe note sovraincise a rumori di pick up per rimpiazzare i pad sul synth ( Che possono anche non essere preset, ma ormai hanno sfascicato ). E’ quella ormai la via alla creazione dei “riempimenti”, parti un tempo utilizzate come sfondo di colore, oggi degne di attenzione particolare viste le sperimentazioni di My bloody valentine, Seefeel e cricca. Poi, i già citati cantati: più decisi, più volume, più palle.

Con questo non voglio assolutamente stroncare un tentativo "di cuore" come questo, Lorenzo sta sperimentando un modo personale di esprimersi, è normale che agli inizi certe parole vengano fuori a mozzichi, specialmente se si sta cercando un lessico ricercato. L'unico consiglio che mi sento veramente di dare al nostro Bassi è: componi un sacco tentando di non fare mai una cosa allo stesso modo. Quando ti sentirai in grado di scrivere una lettera di presentazione dicendomi: "Io sono Lorenzo Bassi ed il mio demo spacca il culo", saprai già di aver fatto buona musica. Senza bisogno di chiedere un parere all' "esperto" di turno.

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La recensione Struttura e ombre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-06-14 00:00:00

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