SAN LEO Y 2019 - Strumentale, Psichedelia, Ambient

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Dilatare il tempo a comando: i SAN LEO chiedono molto ma ottengono anche tanto in "Y"

 "Una presenza, una doppia entità nascosta nell'ombra: tra le fenditure del legno risiedeva il riflesso del vero volto". Così, proprio così, per esteso, si intitola il primo pezzo di "Y", il nuovo disco dei SAN LEO, gruppo romagnolo di cui ci eravamo già occupati in passato e che ci aveva già parecchio incuriosito. Ecco in "Y" quelle sensazioni solo abbozzate in "DOM" deflagrano con maggiore forza, proprio a partire dalla già citata prima canzone. Infatti, grazie ad un approccio psichedelico e del tutto sui generis (in certi momenti ricordano i Cabaret Voltaire più industrial per poi rifuggire da ogni possibile appartenenza l'attimo successivo) i SAN LEO ammaliano anche se il loro discorso musicale non è affatto semplice e immediato, anzi proprio per niente. Eppure, nonostante tutto, nonostante una "difficoltà nell'ascolto", specie se distratto, che emerge praticamente in ogni dove, "Y" è un album importante, poderoso, suonato benissimo e che non lascia indifferenti. Ecco è proprio la cieca volontà dei romagnoli in ciò che fanno a impressionare ed a conquistare, se si presta attenzione ovviamente. Ne esce fuori così un disco che gronda, letteralmente, echi e riverberi e che ci è piaciuto un botto ascoltare mentre, a piedi o sui mezzi, ci capitava di attraversare una città a caso in un giorno a caso. Perché sta proprio qui, almeno secondo noi, il senso del lavoro dei SAN LEO, cioè composizioni ideali per essere ascoltate "in movimento" dato che, immediatamente, sono in grado di evocare atmosfere dal fortissimo impatto e livello di suggestone. Anche a costo di farci entrare in una dimensione nera come la pece, proprio come l'immagine del loro album.

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La recensione Y di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-06 08:46:00

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