Kyrie Forma e colore delle nascoste 2019 - New-Wave, Alternativo, Pop rock

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"Forma e colore delle nascoste" è un disco nel quale buone idee e intuizioni interessanti, pur presenti, non riescono ad emergere efficacemente, annacquate in canzoni non sempre riuscite.

“Forma e colore delle nascoste” dei Kyrie è un disco che punta in alto. Lo si capisce anche solo leggendo la scaletta, ancora prima dell’ascolto: dieci tracce la cui durata oscilla dai quattro agli otto minuti, per un totale di più di un’ora di musica. Non è facile proporre dischi così lunghi, perché il rischio del “troppo che stroppia”, del “sovraccaricare” l’ascoltatore e di non riuscire ad appassionarlo per l’intera durata dell’opera è dietro l’angolo. Va quindi riconosciuto il coraggio nel portare un album ambizioso ed esente da compromessi, creato con la mentalità del perseguire una propria visione musicale piuttosto che di ricercare un successo immediato.

Purtroppo però di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno; ora, al netto di esagerazioni teologiche, com’è la musica di “Forma e colore delle nascoste”? Episodi ben riusciti e interessanti non mancano: sto pensando alla chiusura strumentale di “Pomeriggio di pioggia”, dove le tastiere creano un’atmosfera quasi 8-bit, con suggestioni da videogioco anni ’90; o ancora “Biennale”, dove le influenze post-punk funzionano e coinvolgono; o a “Da lontano”, brano pressoché strumentale con un suo crescendo angosciante di chitarre riverberanti, forse la canzone migliore del disco.

Sfortunatamente questi momenti ben riusciti non bastano a rendere memorabile il disco, poiché controbilanciati da altri meno fortunati e incisivi: ciò è spesso causato dalla scelta di un suono rock troppo “generalista” e senza particolari spunti o peculiarità, unito ad una lunghezza dei brani a volte eccessiva; canzoni corpose necessitano di uno sviluppo coinvolgente e di suoni interessanti per catturare l’attenzione dell’ascoltatore, pena l'insorgere di noia e distrazione, e purtroppo questi due ingredienti mancano un po’ troppo spesso nel corso dell’ascolto. La sensazione è che si sia voluta mettere troppa carne al fuoco, e che una durata più contenuta nelle singole canzoni avrebbe aiutato a ridurre i passaggi superflui nell’economia del disco.

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La recensione Forma e colore delle nascoste di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-01-19 03:57:22

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