Bresh Che io mi aiuti 2020 - Rap, Trap

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Col suo primo album ufficiale, il momento della consacrazione di Bresh sembra essere finalmente arrivato

Ogni movimento artistico che possa definirsi tale consta di un paio di capisaldi che l’hanno reso celebre e una serie di esponenti minori che, con le proprie variazioni sul tema, ne hanno fortificato le fondamenta. Trasformando una moda in vera e propria corrente espressiva. Dal ponente all’estremo Levante, negli ultimi tempi, in Riviera si sta assistendo a una splendida fioritura del rap, per chi è pratico della scena ligure, il nome di Bresh non risulterà nuovo. Il rapper di Bogliasco è balzato nelle cuffie di tutti collaraborando con gli esponenti più famosi della sua città, rivelando uno stile personale e arioso cui ritmo sembra scandito dall’infrangersi delle onde sulle scogliere di Nervi. A più di 5 anni di distanza dal debutto, col suo primo album ufficiale, il momento della consacrazione di Bresh sembra essere finalmente arrivato.

Che io mi aiuti è la conclusione coerente del percorso sino a qui intrapreso da Bresh coadiuvato dalla collaborazione di un unico produttore, Shune, che ha potuto cucire un abito musicale adeguato ad Andrea. Capace di dar vita a una versione più cloudy e orecchiabile del (generalmente) pesantissimo conscious rap. A metà strada tra la voglia di sfondare è quella di rimanere se stessi, tra il desiderio di scappare e la mancanza di casa, impreziosito dai featuring degli amici di una vita (Izi, Rkomi, Tedua, Vaztè), Che io mi aiuti è un riflettore puntato sul lato più umano del ragazzo, lontano da ogni forma di ego trip, e anzi, incentrato sulle proprie debolezze. Ci avrai fatto aspettare un po’, ne è valsa la pena.

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La recensione Che io mi aiuti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-02-28 14:39:00

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