23andBeyondtheInfinite Elevation to the misery 2020 - Psichedelia, Noise, Garage

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Riff vigorosi, ritmi nervosi e groove serrati per forgiare il nuovo lavoro della band beneventana fatto di allucinazioni, violenza e ossessioni

In ““Elevation to the misery”, quinto lavoro dei 23AndBeyondTheInfinite, si passeggia nell’ombra tra riff vigorosi, ritmi nervosi e groove serrati che mettono in scena l'arte dei rumori e dell’inquietudine a cui pian piano la band beneventana ci ha abituati sin dagli esordi.

Captando frequenze post punk e disturbi garage mentre si propagano le onde radioattive di matrice noise e shoegaze, la formazione campana, formata da Cosimo Boscaino (voce, chitarra, synth), Alessio Del Donno (basso, chitarra, voce), Vincenzo Concia (chitarra, synth, voce) e Gianluca Timoteo (batteria e percussioni), amalgama sempre meglio le proprie ispirazioni per spingersi oltre, evolvendosi velocemente in una direzione sempre più matura.

Sin dalla prima traccia, “Brave new world”, la band ci trascina all’interno di un vortice sonoro generato da una psichedelia tenebrosa armata di chitarre allucinogene e ritmi irrequieti che poi durante tutto l’album si districano tra provocazioni ipnotiche (“It is what it is” o la conclusiva “Las Vegas”) e deflagrazioni di veemenza distruttiva (“Playhouse” e “Pendejo”) alternando tormenti, trepidazioni e violenza. I pezzi si costruiscono soprattutto sulle divagazioni degli strumenti, che insistono ossessivamente su immagini distorte e un po’ sgranate sotto i cui strati si nasconde la voce, quasi un’ombra che si aggira nella nebbia, confezionando così 8 tracce potenti e ossessive che non lasciano ormai più dubbi sulla caratura della band, sempre più proiettata verso l’infinito… e oltre.

 

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La recensione Elevation to the misery di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-18 19:11:02

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