silent soulsIl tempo che scorre2019 - Noise, Alternativo, Post-Rock

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Silent Souls: Il tempo che scorre

Il tempo che scorreè il titolo del nuovo disco dei Silent Souls, band ligure di La Spezia attiva da quattro anni e con all'attivo un primo disco registrato live in studio, intitolato Un Luminoso Domani.

Questo nuovo lavoro è composto da otto tracce che vogliono offrire le linee guida del percorso sonoro intrapreso dalla band, una miscela di rock alternativo e noise con qualche sfumatura di elegante shoegaze e prog. In realtà, l'impronta post rock è evidente sin dai primi pezzi come "Ghiaccio" e "E stelle", che potrebbero considerasi entrambe come una lunghissima intro sonora alle parole che entrano dopo circa sette minuti di pura estasi strumentale. I testi sono caratterizzati da uno stile introspettivo e citazionista, con alcuni rimandi poetici facili da cogliere ma contestualizzati abbastanza bene. Non bisogna però farsi ingannare da questi primi approcci al disco: infatti, è impossibile non cogliere echi dei Massimo Volume quando parte il cantato di "Chimica e Nuvole", brano tutto spoken word e chitarre. Da questo momento in poi la lezione della band di Emidio Clementi sarà più evidente che mai per tutta la durata dell'ascolto. Da segnalare anche i quindici minuti circa della bi-traccia "Qualcosa uscito dal gregge/Cenere alla cenere", una lunga poesia noise che di sicuro piacerà agli appassionati di una certa musica italiana che ha fatto scuola negli anni Novanta.

Il tempo che scorreè un disco che conquisterà al primo colpo la schiera di appassionati e nostalgici di un certo genere che ancora riesce a dire la sua. In più, ci sono le tirate rumorose e atmosferiche coerenti con la poetica e l'immaginario della band, la quale si fa portatrice di una scelta artistica e stilistica di un certo spessore, di certo non semplice per i tempi moderni.

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La recensione Il tempo che scorre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-15 12:55:15

COMMENTI (1)

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  • nero.cristallo.74 anni faRispondi

    Wow! Grazie! Non ci nascondiamo, Massimo Volume è sicuramente fonte di ispirazione. Anche se tendiamo ad avere un suono originale (per quanto sia possibile), è innegabile il riferimento alla scena italiana che nasceva negli anni '90. Grazie davvero.