Flavio Giurato Nuovo Marco Polo 2020 - Cantautoriale

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Ritorna Marco Polo. Ritorna Flavio Giurato.

“Marco Polo” uscì nel 1984 e rappresentò il capitolo conclusivo della prima fase artistica di Flavio Giurato. Quella legata alle major, Ricordi e CGD nello specifico, con le quali il cantautore romano, nello spazio di sei anni, registrò tre album, uno più incantevole dell’altro: “Per futili motivi”, poi “Il tuffatore” e, appunto, “Marco Polo”. Un 33 giri di una bellezza inquietante ma allo stesso tempo tormentato, complesso, complicato. Christian Zingales, nel suo “Italiani brava gente” (Tuttle edizioni, 2008), lo definì, a ragione, “un deliberato suicidio commerciale”. Non a caso, Giurato, dopo quel 1984, uscì una volta per tutte dalle fauci dell’industria discografica per ritagliarsi, a dispetto di un assordante periodo di silenzio, una T.A.Z. nel mare magnum delle autoproduzioni, continuando a sfornare canzoni sempre più spiazzanti.

“Nuovo Marco Polo” ha poco a che vedere con il suo predecessore, a parte la citazione della “Teoria dell’orientamento” (“La freccia è diversa dall’arco e il bersaglio si muove continuamente”), ma, in un certo qual modo, ne rappresenta uno sviluppo. Uno sviluppo sorprendente, a dirla tutta. Questa volta Flavio Giurato ha tirato fuori un lungo spoken-word di oltre un’ora di durata, che riprende in mano la vita del viaggiatore veneziano trasfigurandola all’interno della sua esperienza cinese: ecco, dunque, il rapporto con il Gran Khan, le trame di palazzo, il carcere, i progetti da sviluppare (“La legge del movimento assoluto”), senza dimenticare l’amore per Monica. Pochi gli strumenti utilizzati, giusto un piano Fender Rhodes e una chitarra acustica, a soccorso del recitativo interviene la voce di Cathrin Spark, mentre a riempire gli spazi ci pensa una effettistica elaborata e puntuale, che stende tappeti policromi su di un fiume di parole senza soluzione di continuità. Il risultato è senza dubbio intrigante, Giurato si scopre un affabulatore di tutto rispetto, oltre a confermarsi un musicista che se ne fotte delle regole di mercato.

Il discorso si chiude con “Caravan”, un brano a se stante che permette alla forma canzone di riprendere quota. Quasi 12 minuti in stile “Le promesse del mondo” (e forse si tratta proprio di un pezzo che non ha trovato spazio all’interno dell’ultimo lavoro a firma Giurato), un’orgia visionaria tra vacanze estive, file in autostrada, miraggi, suonato assieme ai giovani compagni di palcoscenico Matteo Candeloro, Daniele Ciucci Giuliani, Federico Zanetti.

“Nuovo Marco Polo”, al momento, è solo presente su Spotify ma dovrebbe (o più che altro potrebbe) uscire in formato cd. Senza fretta, come sempre…

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La recensione Nuovo Marco Polo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-16 19:42:00

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