Frah Quintale Banzai (Lato blu) 2020 - Pop, R&B

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Il cantante bresciano continua sulla scia dell'esordio Regardez Moi e confida tutti i suoi sbalzi d'umore, tra il fumo dell'ennesima sigaretta e un altro amore che finisce.

Banzai, la seconda fatica solista di Francesco Servidei aka Frah Quintale, è stato concepito come album doppio. Quella che andremo ad analizzare oggi è, la prima parte, il lato blu. Pur non conoscendo ancora cosa ci riserbi il second side dell’opera, è quantomeno possibile ipotizzare che le canzoni siano state selezionate a mò di concept: diario di bordo di questi due anni segnati dal fortunatissimo esordio Regardez Moi.

Le tracce si susseguono come tanti piccoli capitoletti, un racconto che evolve in un percorso olistico, circolare. Buio di giorno, il singolo che ha anticipato l’album nel quale fa la comparsa il falsetto, non lascia presagire nulla di buono. Lambada continua il discorso d’autodistruzione generato da una storia finita, mentre con Chanel – che sia un omaggio a Ganja Chanel di Entics? –, divertente paragone tra gli effluvi dell’erba e quelli dell’amore, si ridesta un barlume di speranza. Un ritorno con la propria ex oppure una nuova cotta, il corpo centrale dell’album, la parte più canonicamente "presa bene" continua con Due Ali, revisione 2.0. di Sì ah, e col secondo singolo estratto – dal titolo ben più che esplicito – Contento. Amarena, ricordando il gusto del gelato, non può che coincidere con l’estate, le vacanze e, di dirimpetto, l’inizio di un nuovo tour. La distanza, le notti passate senza la propria compagna\o, il rapporto inizia a incrinarsi di nuovo sino a degenerare nei problemi di Le cose sbagliate e nelle derive elettroniche di Allucinazione, unico feat dell’album, giocato tra le mura amiche di casa Undamento insieme al giovane talento Irbis 37.

Banzai è un album che continua la ricerca sonora intrapresa nel disco di debutto, mantenendo i piedi ben saldi nell’attitudine r'n'b che ha sempre contraddistinto la produzione di Francesco e andando a sondare nuovi lidi stilistici in un disco che, nel complesso è meno rap. La dimensione dell’opera risiede nel significato diametralmente opposto attribuibile a due versi che appaiono in momenti differenti della scaletta: il primo è "Oggi sono contento, ho tutto quello che ho chiesto", mentre il secondo è "Fumo una siga, dopo butto l’immondizia, non era questo che aspettavo dalla vita".

La faccia della notte rigetta Frah in un labirinto di devastazione alcolica e sofferenze sopite dall’abuso di cannabinoidi che ricomincia dalla prima canzone. Trovare la pace vuol dire costruire un delicato equilibrio interiore tra lo star bene con se stessi e l’alchimia che bisognerebbe instaurare col proprio partner. I pro e i contro della vita di coppia o da single sono noti a tutti, forse proprio per questo il rapper bresciano ha voluto intitolare il suo album così: Banzai, un urlo kamikaze giapponese con il quale l’mc era solito firmare le tag sui muri della città orobica. Elemento necessario per imbastire una vita serena, fonte delle più grandi gioie e anche d’immensi dolori. Banzai, perchè l’amore resterà sempre una battaglia contro i mulini a vento.

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La recensione Banzai (Lato blu) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-26 00:08:00

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