Ceri Insieme 2021 - Pop, Elettronica

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Un disco che non fa le spalle grosse ma ha i piedi ben piantati a terra, una festa anni '60 in un club.

Dopo i cantanti pop, i rapper, i dj, le vere rockstar di questi tempi sono i produttori: alcuni hanno una personalità tale ed un suono così definito da portare sulle spalle un album intero, mentre altri rischiano di soffocare i cantanti pop, Ceri ha una particolarità tutta sua: è quasi nascosto, si mette al servizio della canzone.

Dopo i lavori con Francesco Di Bella, Franco126 e Mahmood, Stefano Ceri, togliendosi il nome di torno, ha emesso prima alcuni vagiti da cantautore per poi creare un disco per niente ruffiano verso l’urban o l’it pop contemporaneo. Le sette tracce di Insieme hanno una produzione particolare e sottrattiva, pochi strumenti sono ben riconoscibili: sono suoni, spesso indefiniti, ma che si stratificano a formare un paesaggio che veste perfettamente il brano, che poi ti prende per le orecchie e ti porta dove vuole lui. Molti tappeti, riff sintetizzati, sonorità che in alcuni punti raggiungono quasi ambientazioni da club — HappySad, Non Lo Farei Mai, tra le migliori del disco —ma mantenendo una tranquillità e una calma rassicurante. Chill, direbbero i giovani.

Non è un disco che fa le spalle grosse, ma ha i piedi ben piantati a terra. Anche le voci — la sua come quelle dei numerosi featuring — sono trattate come strumenti, parte di una composizione più ampia, tenute dentro il mix eppure valorizzate perfettamente, con pregi e difetti che qui diventano particolarità e “materia” sonora, come graffi sulla tela.

Il tratto più particolare di Insieme si nasconde nelle melodie: hanno tutte un rimando, qualche noticina che ricorda un classico del pop classico italiano, da Attenti Al Lupo a Montagne Verdi, da Pregherò a Il Cielo In Una stanza — La delicatissima Solo una volta —, che siano piccoli riferimenti armonici o melodici posizionando le canzoni in quell’universo là, che se fossero state arrangiate in altro modo avrebbero comunque retto. Mi è venuto in mente che in un’intervista qui su Rockit di qualche tempo fa, c’era una foto di Ceri al pianoforte con appoggiati alcuni vinili, tra cui uno di Luca Carboni: quel tipo di cantautorato “classico” che Ceri sembra aver assimilato e digerito insieme ad ascolti moderni e quasi futuristici, con suoni moderni e composizione tradizionale. Praticamente, una festa anni ’60 in un club.

Una collezione di featuring con Coez, Franco126, See Maw, Colombre, GINEVRA, a dimostrazione della fiducia che i nuovi nomi del pop italiano ripongono in Ceri. E anche noi.

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La recensione Insieme di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-30 19:05:00

COMMENTI (1)

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  • pons 3 anni fa Rispondi

    Happysad: mi é entrato in testa quel piriririiiri!