Sant'Antonio Stuntmen Into the Aorta 2006 - Rock'n'roll, Stoner, Noise

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"Into The Aorta" non è stato un cesareo, ma un parto lungo e delicato. Preceduto dalla demo "Promodoro" e numerose esibizioni sui palchi di Padova e Vicenza, ha condiviso una striscia di emoglobine ("Ruzene", la prima traccia) con una compilation edita dalla Sweeteddy Records. L’album si rivela un buon progetto che fa guadagnare ai Sant’Antonio Stuntmen la partecipazione al Venetian Industries Festival al c.s.o. Rivolta di Marghera con circa altre quaranta band esclusivamente venete. Aria di mare (Adriatico), aria di musicisti con impegno sincero, che rispettano gli orari e hanno delle belle proposte. E quella riservatezza, in bilico tra timidezza e modestia e nostalgia romantica (tipica veneta), come per dire “lascio che sia la musica a convincere, non c’è bisogno di altro per conoscermi”. Allora suonano gli Ent, gli Eterea e il secondo giorno i Sant’Antonio Stuntmen che non raccontano di sé (vedi il sito), ma si fanno raccontare dalla loro musica, dalle otto tracce più intro di "Into the Aorta". Noise che rimbalza su letti stoner, con lenzuola pop o hard-core. Sviscerando un amido fatto d’implosioni. Partono accordi quasi protagonisti, puliti, per sporcarsi, diramarsi in vene sempre più distorte e condurre nel rumore stoner mai rigido ma frastagliato secondo Kyuss o Melvins. Ritmi irregolari che sfocano i grafici d’orientamento e si disegnano imprevedibili e quanto mai coinvolgenti. Chitarre in feedback o gentili, ritmi ipnotici, accenti di anni ’80, fili glam. Canzoni “finite”, concatenazioni necessarie e sufficienti che si esauriscono snaturando le strutture ordinarie di tempi e sequenze. Stritolando occhiolini ai Sonic Youth e alla schizofrenia dei Melt Banana senza mai sporgersi dal cerchio dell’ascoltabilità. Per raggiungere picchi rockabilly o motorpsichici. Una buona tecnica permette alla band d’interpretare diversi generi mantenendo la stessa personalità. Concludo lasciando un post it per la band in maiuscoletto: “Scherzare col santo, mai con la sua lingua”.

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La recensione Into the Aorta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-07-23 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Mandateceli a napoli!

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Questi Santi mi entrano nelle viscere. Non vedo l'ora di vederli in giro per l'italia...tappa obbligata Roma!

  • stuntmen 18 anni fa Rispondi

    Grazie signori, troppo gentili!



  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Stupendo! Pazzi furiosi!

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Complimenti veramente,
    speriamo che qualcuno si accorga di loro, un saluto alla redazione che è sempre così attenta alle vere realtà che nascono in italia
    get rock!!