Paolo F. Bragaglia Magnum Chaos 1999 - Strumentale, Elettronica

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Paolo F. Bragaglia inizia come chitarrista in vari gruppi all'inizio degli anni '80, per interessarsi poi alla tecnologia, passando a sintetizzatori e drum machines: "Magnum Chaos" è il suo primo cd solista ed è edito dalla milanese FridgeZone (di cui non ci stancheremo mai di tessere le lodi, anche se non ho idea della reale diffusione di cd come questo o quello degli IK14, ad esempio).

Si tratta di musica elettronica strumentale, e il cd vede anche la partecipazione straordinaria di Mauro Pagani che interviene col suo violino in 3 brani; azzeccata è la nota stampa, che parla di intrecci, di mescolanze. Quindi, non molta jungle, qualche cosa di drum'n bass, soprattutto atmosfere, moods, a volte suggestivamente dark, altre spruzzate di cori e rumori vari (quasi latitante, purtroppo, il dub). Gli episodi, per quanto vari, hanno il grande pregio, che può anche essere limite, sia chiaro, d'essere evocativi: non aspettatevi qualche singolo particolarmente ruffiano o radiofonico, qui -fra i numerosissimi richiami- c'è anche Bristol, ma ci si fa tappa velocemente, si sale più a Nord "Nel Ghiaccio" con l'intervento dello stesso Pagani, per poi scendere a Sud, cercando "Sun", sorvolando in elicottero il Sahara. In "Atra Silva" sentiremo persino una cantante lirica, "Truth veritas" è notte fonda, con i nostri eroi che fuggono in auto da una casa infestata o da una città maledetta, in "Tubescape" gli stessi eroi sono dentro una fabbrica, circondati da macchinari pulsanti, e via così, fra mille immagini e suggestioni, a dimostrazione del fatto che le precedenti collaborazioni di Bragaglia a colonne sonore indipendenti, spettacoli e sonorizzazioni sono state fortemente influenti, anche se solo a livello inconscio.

Ma questa, non è che una chiave di lettura: un'altra, può essere semplicemente quella di lasciar girare il cd buttati sul divano tentando di meditare, oppure lasciandolo come sottofondo leggendo un buon libro (fanta o horror, please), ma rimane il fatto che a questi 12 brani, più immancabile ghost track, alquanto insipida, si rende veramente onore dedicando loro un po' d'attenzione, un po' di sana attitudine al trasporto. Bello, lasciarsi trasportare dalla marea, in balia di "Magnum Chaos".

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La recensione Magnum Chaos di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-03-08 00:00:00

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