Tarick1Il dischetto rosso di Tarick12007 - Elettronica

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Se siete usciti vivi dagli anni ottanta, ma volete provare anche voi il fascino di morirci, forse è arrivato un disco che fa per voi. Nasce nel sempre più fertile sottosuolo di Genova e nessuno se l'aspettava. Sembrava un'uscita minore, invece è un gran disco e lo ha inventato Andrea Calcagno, tastierista dei Numero 6 e suonatore di cose elettroniche sotto lo pseudonimo Tarick1. Nella sua musica di innovativo c'è ben poco, principalmente questa è solo un'esaltazione di tutta la plastica elettropop di venticinque anni fa o poco più, rimescolata a colpi di house ed infiocchettata con copia-incolla dei Daft Punk. Semplice, banale e fuori tempo massimo. Eppure qui c’è un talento pazzesco, unito ad un magnifico gusto retrò, tale da far sembrare questo lavoro un’opera estremamente moderna. “Il dischetto rosso” è un parco giochi in cui l’elettronica diventa la giostra virtuale su cui Tarick1 costruisce le sue filastrocche binarie, prendendosi gioco della dance contemporanea. Canzoni che pompano e spingono, tra crepitii robotici e groove sintetici, trascinando appiccicosi ritornelli che quasi quasi sembrano quelli della italodisco che tanto cara fu agli Eiffel 65, se non fosse che qui c’è classe cristallina, senza le cafonate anni novanta e con una varietà stilistica da applausi. Vocoder senza controllo che si trastullano su melodie naif. Basso dritto e gonfio appoggiato con vigore su tappeti di synth. Campionamenti minimali e frizzanti. Suoni e strutture forse troppo colorati per una bianca discoteca labirinto, ma probabilmente strepitosi per chiunque abbia voglia di scalmanarsi in feste d’altri tempi aspettando lo spazio riempipista ed il balletto sincronizzato. Ma questo disco non è solo dancefloor, è anche capacità di “scrivere” elettronica in modo ispirato e carismatico, senza necessariamente rivolgersi all’avanguardia o alle cool things. L'album sa esplorare anche gli aspetti più evocativi della house, arrivando spesso a comunicare con forme estremamente vicine al pop più puro di metà anni ottanta. E nel suo divertimento elettronico, Tarick1 si avvale anche della collaborazione vocale di Davide di Muzio (Meganoidi) e di Gianluca Morando (Age, Salinas), utilizzando anche campionamenti vocali di GianMaria Volontè. Disco ironico, ipnotico, martellante. Elegante, giocoso e divertente. Assolutamente da evitare per chi cerca risposte all’infinito e mondi futuri. Perfetto per chi talvolta ha bisogno di pensieri superficiali con cervello acceso e corpo in movimento.

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La recensione Il dischetto rosso di Tarick1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-04-24 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • utente017 anni faRispondi

    mi piace quando fa "basso dritto e gonfio"

  • utente017 anni faRispondi

    Che recensione si porta a casa...

  • heavyhorse17 anni faRispondi

    Bello, bello, e poi il nome Tarick-one=Taricone...ih ih ih

  • re17 anni faRispondi

    bravi bravi bravi
    finalmente qualcosa che fa muovere il culo e non si piange addosso

  • utente017 anni faRispondi

    era ora.
    ed è giusto.
    un disco così groovy che altrove solo la Riotmaker. La 7, la 8 e la 10 sono delle bombe.