Ogun Ferraille My own drama 2007 - Rock, Alternativo

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Eccoti di fronte al dramma degli Ogun Ferraille. La loro musica non sorride e non fa sorridere, piuttosto impressiona per quanto è drammatica, pregna di tensione, intrisa di irrequietezza, malinconia e rabbia. E il singolo “Huge idiot virus” ne è il manifesto che diventa ancora più leggibile nella seconda struggente traccia “My own drama” di questa band cosentina dal nome strano, che non si sa come pronunciare. E’ rock, le schitarrate sono ben percepibili, meticolose accrescono l’intensità di ogni singolo pezzo, così come il cantato tormentato che interpreta bene lo strazio dei testi e ne trasmette l’ansia che penetra all’ascolto. C’è psichedelia, hard rock, grunge, post rock in un suono che non è ben definibile. Un alternarsi di stati pacifici ed esplosioni, in cui le parti più calme e scarne vengono riempite dall’impeto furioso che sale fino a raggiungere l’acme della tensione.

Esaurito il resoconto emozionale di queste 5 tracce, non resta che fare il punto. Il progetto Ogun Ferraille è ancora prematuro e insicuro, ha bisogno di rinvigorirsi musicalmente, di essere meno prolisso, più incisivo e stuzzicante. Appurato che le capacità e l’impegno non mancano, serve ora dare dimostrazione di consistenza, di una maggiore presunzione compositiva, quella che lascia il segno. E considerato che il gruppo è nato da poco tempo, ci sono buone probabilità che possano riuscirci.

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La recensione My own drama di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-04-18 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • pjmary 17 anni fa Rispondi

    ...ma grassie!!!:)



  • faustiko 17 anni fa Rispondi

    Il mio lavoro é... commentare! :]

    P.S. Se solo mi facessero tenere le cuffie, riuscirei anche a scrivere qualcosa... maledetti capitalisti! :)

  • sandro 17 anni fa Rispondi

    Fausto ma lo caricata 2 minuti fa e già commenti. Sei tremendo. Non hai da lavorare?:]

  • faustiko 17 anni fa Rispondi

    "una maggiore presunzione compositiva, quella che lascia il segno"

    ...bravissima Maria! hai trovato le parole giuste a quello che pensavo ascoltando questo disco!