Jungle Boogie Lucky seven & the 8 ball disaster 2000 - Rock'n'roll, Rock, Punk

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“This is a rock and roll record… play it loud!”. Ce ne fosse bisogno i Jungle Boogie riportano la solita frase che trovate in tutti quei dischi che ‘trasudano’ rock ‘n’ roll fin dalla prima nota. Questo “Lucky seven & the 8 ball disaster” rientra a pieno nella categoria, viste che poi le 8 palle del disastro l’unico danno che provocano è quello al mio stereo… se continuo a tenere il volume così alto per ascoltare questi 3 balordi! Ma in fondo cosa importa: il r’n’r non merita volumi bassi e, soprattutto, meritano il nostro rispetto tutti coloro che lo suonano con passione! E il nostro terzetto toscano ci dà dentro: canta in inglese, tira fuori riff lancinanti di chiara scuola americana (vaghi ricordi di Del Fuegos, Del Lords e, soprattutto, BottleRockets).

Penso che i nostri siano degli appassionati di (quasi) tutta la scuola Glitterhouse, che non disdegnano band seminali come Dream Syndicate, Social Distortion e Cult, e che apprezzano non poco i suoni contenuti nello splendido “A better place” dei grandissimi, quanto italianissimi, Cheap Wine. E non fatevi ingannare dal nome della band, che certo non tributa, a livello di sonorità, i Kool & The Gang scegliendosi questo nome; piuttosto rende onore in buona parte le icone sopra nominate.

E neanche l’inizio fulminante di Desolation road trae in inganno: riff assassino e ritmica rock che vi trovate spiazzati esclamando: “Toscani?”. In effetti il ragionamento non fa una piega, soprattutto perché Broken heart of stone è della stessa pasta e, se vogliamo esagerare, ricorda certe cose dei Backyard Babies e di quella scena hardcore-rock (‘n’roll) che oggi trova il suo momento di gloria nei paesi scandinavi.

La cosa interessante è che i brani fanno fatica a raggiungere i 3’, quasi fossero delle ‘precoci eiaculazioni punk’! E nel caso specifico la ‘precocità’ non può che essere considerata un vero e proprio pregio, perché finalmente qualche formazione nostrana capisce che 8 canzoni non devono per forza significare tre quarti d’ora di stronzate galattiche. I Jungle Boogie ci mettono poco più di 20’ e dicono tutto, anche di più, senza dover per forza arrivare alla fatidica ‘ora’ che certifica, spessissimo, una difficoltà a sintetizzare nei punti chiave di un suono troppe volte incompiuto.

“Lucky seven & the 8 ball disaster” e l’ep “I wanna be a pop rock star” dei Julie’s Haircut devono essere i vostri dischi dell’estate… assolutamente!

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La recensione Lucky seven & the 8 ball disaster di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-07-08 00:00:00

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