Berto Inseguendo un pensiero 2008 - Pop

Inseguendo un pensiero precedente precedente

“Inseguendo un pensiero” è un disco che vuole essere un gioiello pop. Né più, né meno. Del resto Enrico Berto non è uno dei tanti esordienti, ma un musicista che ha all’attivo tour con Bugo, Amari e Dente, più collaborazioni sparse qua e là con tanti nomi della riserva indie nostrana. Un’esperienza che ne legittima le altissime aspirazioni, purtroppo raggiunte solo in parte.

Va detto che il disco colpisce e attrae: una vocalità che gioca tra enfasi lombrosiana e ritmicità Tre Allegri Ragazzi Morti (con annesso portato post-adolescenziale) e ben si sposa con deviazioni in zona Bugo (“La festa della noia”). Il disco rilassa e diverte. Ma non affonda. Manca la canzone che si inchioda in testa e ti fa mettere il repeat. A questi obiettivi si avvicinano i primi due pezzi e “Semi”, ma la sensazione generale è che l’eccessiva cura nella confezione dei brani abbia giocato a sfavore dell’effettiva consistenza degli stessi, spingendoli nel baratro del semplice sottofondo. Troppo spesso emerge l’atteggiamento più che la convinzione, la maniera più che la sostanza.

Ed è un vero peccato, perché il disco scorre allegro e frizzante, forte di un'eccellente produzione. Ecco, il gioiello pop è compiuto a livello produttivo, ma per una piena completezza il discorso è rimandato alle prossime prove. Con grande fiducia.

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La recensione Inseguendo un pensiero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-06-13 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • ungabunga 16 anni fa Rispondi

    Well.Marco...con max rispetto..permettimi di dissentire, nel senso che, per come la vedo io, i pezzi che ti catturano al primo ascolto ci sono: Superficiale-Piccola vita immaginaria-La festa della noia e Astronave, gli altri, la prima volta, scivolano via (ma, sempre secondo me, bene, fluidi) poi con più ascolti si entra dentro alla loro dimensione intimista e delicata, scoprendone sfumature interessanti e godibili, è un cd che con più ascolti regala soddisfazioni e appunto delicate scoperte, perciò, è vero che inizialmente ci si può far fuorviare da un'impressione di "superficilaità" ma quella "superficilaità" può trasformarsi in una godibile leggerezza..poi il bello della musica sono le differenti opinioni..
    Ciao