Save The Polar Bears S/t 2008 - Rock'n'roll, Indie

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Per capire se fosse valido, gli ho fatto la prova “venerdì”. Mi lancio nel finesettimana coi tre pezzi nelle orecchie. Gasano. Il loro primo obiettivo è raggiunto in pieno. A ruota, le considerazioni. I singoli pezzi sembrano fare troppo riferimento ai modelli assunti. Per citare tre nomi: gli Editors per la prima traccia, Maximo Park per la seconda, Strokes nella terza. Ma epigoni e prime (?!) movers, in quest’ambito, son materia mutevole, quindi ha poco senso fossilizzarcisi.

La scrittura del gruppo è di ottimo livello, ma ci vorrebbe più coraggio. La tastiera scagliata da improbabili scale di “Visa” (il pezzo più interessante) li rende più umani, e ciò non è che un bene. Riescono a parafrasare i modelli (lo scazzo casablanchiano di “Young man in a train” e il suo parlare di minimi sistemi in maniera estesa, tipico del genere), ma tutto si riporta a tre bei pezzi dei gruppi sopraccitati, ritornelli killer e tutto il resto.

Volendo, il discorso fatto trova allegoria sonora nel delay finale dell’ultima traccia, che termina educato, prima del tempo, auto-togliendo il disturbo, nell’attesa di (e con la consapevolezza di poter) crescere, per diventare davvero, al prossimo giro, un cazzo di calcio nei denti.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-05-14 00:00:00

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