Peter Kernel How To Perform Music For A Funeral 2008 - Rock, Noise, Indie

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Le cose sono piuttosto semplici. Accontentarsi. O non farlo. È su questa dicotomia dai confini molto labili che si muove l’ascolto di “How To Perform Music For A Funeral”, opera prima di questi svizzeri che rispondono al nome Peter Kernel. Fossimo cattivi, ci limiteremmo a liquidare la faccenda dicendo che il quartetto altro non è che una – ennesima – coverband sputata fuori dall’incestuoso rapporto tra i padri Sonic Youth e i figliocci Blonde Redhead. Dei primi i Kernel conservano le corde vocali strascicate di Kim Gordon e Thurston Moore, le attese claustrofobiche che si risolvono in un nulla di fatto e le chitarre soniche, ça va sans dire (“I Counted Them To Die Properly”). Dai secondi prendono in prestito i ritornelli cantilenanti e quel gusto fashion da sfilata indie-pop (“Smiling”).

Accontentarsi, dunque. E limitarsi a dire che i Peter Kernel fanno muovere – ma non troppo – il sedere, scuotono i watt dei loro ampli e conducono un’operazione filologica di recupero di un suono del quale si sono perse le tracce anche tra chi li ha sdoganati al grande pubblico. Oppure non accontentarsi, ché in fondo le canzoni più che ricalcare senza emozione quanto già sentito non fanno, risultando prescindibili persino per chi è rimasto fermo ai tempi epici della gioventù sonica di “Dirty”. Qui siamo per la seconda opzione. Per non far torto ai Kernel, che se avessero messo anima oltre che riverenza per chi li ha preceduti avrebbero tirato fuori un capolavoro (come dimostra “What The Hell”, un piccolo miracolo di potenza, passione e melodia che inizia dalle parti dei Pixies e finisce dritto al cuore). Peccato.

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La recensione How To Perform Music For A Funeral di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-07-28 00:00:00

COMMENTI (8)

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  • manfredi 16 anni fa Rispondi

    Nessuna bolla papale, ci mancherebbe. Tralasciando peraltro il fatto di aver descritto il disco per quello che è (e dire "somigliano a xyz" ritengo sia molto più serio che dire "suonano post-neo-supa-dupa-iper-fly-techno-rock"): un disco senza personalità (descrizione) fatto di canzoni senz'anima (giudizio critico). Noiosette, per dirla senza peli sulla lingua. Questo, almeno, a mio modo di vedere.
    saluti

  • troubles123 16 anni fa Rispondi

    Ciao Manfredi. Certo, si parla di punti di vista, altrimenti non esisterebbe la critica. Quello che mi stupisce è che tu consideri questo disco privo di anima. I dischi hanno un'anima se toccano quella dell'ascoltatore, e mi sembra strano che questo disco non ti abbia toccato (neppure negativamente, il chè sarebbe ammissibilissimo). Anzi mi sembra impossibile. Così come mi sembra limitato, parlando di questo disco, argomentare esclusivamente a proposito del fatto che si rifacciano chiaramente ai sonic youth. Sono stanco di queste "bolle papali" poste da chi scrive recensioni, in positivo e in negativo: "sembrano xyz" oppure "produzione scadente", "prodotto da XYZ e quindi bello" o ancora "testi orribili"...cose del genere. però raramente leggi in una recensione che cosa davvero c'è dentro il disco, che dovrebbe essere lo scopo di una recensione: descrivere l'oggetto e darne un giudizio critico.






  • marcu 16 anni fa Rispondi

    come mai è stato recensito un disco di un gruppo al di la del confine?:)

  • manfredi 16 anni fa Rispondi

    ciao.
    Dal mio punto di vista - molto parziale e poco imparziale, se vuoi - la band ha fatto una raccolta di pezzi che mancano di anima, come ho scritto nella recensione. Il mio non è un processo alle intenzioni - ci mancherebbe - ma una semplice fotografia di ciò che il disco è, secondo me: un esercizio di stile piuttosto noioso. Sentire una band con una cantante che mima Kim Gordon e un chitarrista che ricalca Lee Ranaldo mi lascia indifferente, se allo *stile* non associamo l'*emozione*. Che tradotto vuol dire: non sento trovate melodiche degne di questo nome, tranne in un caso.
    Nessuno dice di non copiare i Sonic Youth. Qui si dice di non limitarsi a copiare i Sonic Youth (o i Blonde Redhead prima maniera). Di non dimenticarsi che l'obiettivo deve essere scrivere belle canzoni. Come si raggiunga questo obiettivo non mi interessa. Purché si raggiunga. E "What The Hell" è lì a dimostrarlo.

  • marcos 16 anni fa Rispondi

    Concordo pienamente

  • carlo 16 anni fa Rispondi

    mah. non sono assolutamente d'accordo. manfredi o non si accorge o si dimentica della scrittura limpida e delle trovate melodiche nonchè della preparazione filologica mai vacua nè fine a se stessa. "videotapes in dubai" e "in case" hanno una tensione pazzesca. e concordo con chi dice: scuri, minimali e sessuali.

  • troubles123 16 anni fa Rispondi

    mi sono quasi sempre trovato d'accordo con le recensioni di Manfredi Lamartina, ma questa volta proprio no. Non trovo giusto fare il processo alle intenzioni in una recensione e bollare un gruppo come sterile copia di questo o di quello. E poi dico, copiano tutti da tutti, ma nessuno può copiare i Sonic Youth? Ma dove sta scritto? Come se "how to perform music for a funeral" fosse solo quello, poi. Non si può liquidare con tale supercialità un disco così emozionale e sincero. Non dico che sia disonesto, ma sicuramente ingiusto. Perdo completamente fiducia nella critica.

  • seymour 16 anni fa Rispondi

    li trovo molto più scuri sessuali nordici e minimali di un normale clone dei succitati padri putativi. non fidatevi troppo di manfredi a sto giro... ;-)
    egli ha tralasciato un po un aspetto...

    respect!
    walk!
    seym