Violet Vamp Suicidal Lovers 2008 - Gotico, Dark, Emo

Suicidal Lovers precedente precedente

Il gothic, da noi impropriamente noto come dark, non è mai morto. Dopo i fasti degli anni 80 (ma affonda le sue radici nei 60, e per certi versi nella fine dei 50), si è semplicemente immerso nel sottobosco di una comunità che si è assottigliata nel tempo, ma ha guadagnato in compattezza. Col tempo, ha avuto modo di contaminarsi con i generi più svariati, dall'industrial al metal all'electro. Dal recente fiorire dell'emo, però, anche il gothic, ad esso contiguo per tanti motivi che faranno inorridire i puristi, a partire da un certo atteggiamento esistenziale e da un certo tipo di abbigliamento, ha guadagnato in popolarità, specie nella sua versione più pop. I padovani Violet Vamp sono un buon esempio di questa tendenza. Radici nobili nell'industrial e nel post punk (i chitarristi Difre e Macho vengono dai defunti Frükteti), un cantante, Le5stat, bello, bravo, tenebroso e che nell'aspetto ricorda l'Alex di "Arancia meccanica", quello che vogliono fare è scrivere canzoni pop tenebrose, oscure, veloci, capaci di usare quel pizzico di elettronica ruffiana che rende tutto più figo e sostenute da bei chitarroni di lontana ascendenza metal (lontana, eh). E ci riescono benissimo. "Green light" e "Vanish" già al primo ascolto si stampano nella mente e non ne vogliono sapere di uscire, a meno che non vi mettiate a cantarle. Ma tutti i cinque brani di questo demo sono potenziali piccole hit. Unico limite: l'inglese. Perché i Violet Vamp sono bravi, ma non hanno nulla di speciale per giocarsela in un contesto europeo (ma chissà, fortune e sfortune sono imprevedibili): cantassero in italiano, non avrebbero concorrenti. E si porterebbero via una bella fetta di pubblico emo. Garantito.

---
La recensione Suicidal Lovers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-08-28 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia