Elettronoir Non Un Passo Indietro 2008 - Indie, Twee, IDM

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Un buona notizia e una cattiva. Quella buona è che agli Elettronoir va riconosciuto il merito di dare seguito a quella scena, ormai in via di estinzione, di elettropop cantautorale dalle marcate tinteggiature notturne che trova validi proseliti in personaggi come Dierrekappa, Colloquio o, se vogliamo, per alcuni versi, gli stessi Offlaga Disco Pax; quella cattiva è che questo disco non riesce ad angosciarmi come dovrebbe (e vorrebbe).

Una intro folgorante che lascia presagire atmosfere claustrofobiche alla Runes Order (per intendersi) e poi via, verso sillogismi musicali suggestivi quanto poco arditi: è l'inaspettato buonismo melodico (forse camuffato da raffinatezza) che pervade il disco a lasciarmi un po' d'amaro in bocca, in contrapposizione a liriche ferali che invece "suonano" bene e storicamente in linea con quelle produzioni musicali noir che si ispirano alle colonne sonore dei gialli italiani anni 70 e alla cronaca nera.

Colpa del mio integralismo che fa spesso capolino in questi casi ma quando si tratta di raccontare "storie torbide e maledette" pretendo la cattiveria più corrosiva (si ascolti "X: final solution" dei già citati Runes Order) o, al massimo, l'antitetica trasfigurazione pop alla Baustelle: qui siamo esattamente nel mezzo, come in un limbo, e solo laddove la tensione si fa più lugubre (la pasoliniana "Non un passo indietro", "Berliner", "Cruel") la band capitolina vola altissima, mentre sui restanti episodi si rilassa in una successione di romanticherie new wave/soft-dark - ulteriormente edulcorate dalla splendida voce di Georgia Colloridi - che graffiano senza però far sanguinare.

Un disco piacevole, ben arrangiato, cinematograficamente evocativo, da gustarsi durante un solitario girovagare notturno per le periferie della capitale, ma tuttavia non abbastanza inquietante per indurti ad accelerare il passo nei vicoli più bui e minacciosi.

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La recensione Non Un Passo Indietro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-16 00:00:00

COMMENTI (15)

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  • peep75 15 anni fa Rispondi

    sapere di non sapere che significa elettrodark, elettrowave, elettroporcoddio mi basta.

  • iggy 15 anni fa Rispondi

    sono mesi che, con una certa frequenza, ascolto l'album che ho scaricato e non mi stanca per niente. bravi.

  • oxygen 15 anni fa Rispondi

    Ah caspita, non ci siamo capiti!
    Per te la band è “ELETTROPOP CANTAUTORALE dalle marcate tinteggiature notturne” OK!
    Però scrivi anche nei commenti a margine o meno:
    “La band, per quanto interessante, non mi sembra poi difficilmente catalogabile, come tu affermi, dal momento che la scena elettrodark italiana (alla quale gli Elettronoir comunque non appartengono strettamente) ha più volte contemplato produzioni ispirate alle atmosfere dei thriller anni '70 o comunque alle vicende di cronaca nera. Diciamo che la band capitolina ha edulcorato il tutto con apprezzabili orchestrazioni pop.
    Quindi?
    Stai affermando che la band ha addolcito il tutto! …giusto?
    Sei tu che hai parlando di scena elettrodark edulcorata, in un certo qual modo secondo te addolcita.
    Per questo ho scritto che è difficilmente catalogabile, in quanto è un disco: elettroPop cantautoriale , new wave, psichedelica, soft-dark ecc, semprerebbe non facilmente catalogabile!
    Quando scrivo : “Io mi sarei limitato ad attestare della band le sue qualità e non l’avrei descritta come avrei voluto che fosse.” Scrivo in questo modo perché l’album l’ho trovato interessante, quindi se avessi scritto una recensione mi sarei preoccupato di altre tematiche, a mio parere più importanti, tutto qua.
    Ho letto la tua recensione diversa dal mio modo di pensare, ben venga! Per fortuna non siamo tutti uguali.
    Per quanto riguarda la questione “fans” ti faccio sapere che non è questione di fans, ma questione di giudizio.

    Buon fine settimana!




  • elettronoir 15 anni fa Rispondi

    elettronoir.it/mhhsisi.gif

  • antobel 15 anni fa Rispondi

    Ragazzi cari leggete le parole per come sono per favore senza decontestualizzarle dalla recensione: non ho detto che gli Elettronoir sono una band elettrodark ma solo che la scena elettrodark italiana ha spesso proposto in passato atmosfere tanto care alla band capitolina che, come puoi ben leggere, ho "catalogato" ad inizio recensione come gruppo ELETTROPOP CANTAUTORALE dalle marcate tinteggiature notturne". All'interno della recensione ti sfido a trovare la parola "Elettrodark" che compare invece nel mio commento a margine solo come metro di paragone: insomma, elettrodark come mera fonte di precedenti musicali che la band di Roma ha parzialmente riproposto nel proprio lavoro.
    E poi chi l'ha detto che le recensioni servono ad attestare le qualità di una band, come dici tu? Forse tu ed io abbiamo un concetto profondamente diverso di "recensione". La recensione mica è uno spot promozionale!
    Questo è quanto...Poi, si sa, spesso le bands si dissociano dalle recensioni non del tutto positive a loro dedicate (perchè, occhio, questa recensione non è per nulla negativa!) e con loro i rispettivi fans, tu compreso.
    Buon week end, Antonio


  • oxygen 15 anni fa Rispondi

    “E’ una questione di punti di vista”
    Posso constatare che noi due più andiamo avanti e più ci allontaniamo, faremo bene a chiudere la discussione, finiremo nell'infilarci in un cul de sac!
    Tu dici:
    “La band, per quanto interessante, non mi sembra poi difficilmente catalogabile, come tu affermi, dal momento che la scena elettrodark italiana (alla quale gli Elettronoir comunque non appartengono strettamente)”
    Non ti sembra difficilmente catalogabile, ma neanche tu riesci a catalogarla in modo preciso, non ti capisco!
    Ciò che posso aggiungere è che rimango fermo sulle mie convinzioni sopracitate e sottoscrivo il tutto a caratteri cubitali; inoltre ti dovrebbe far un pochino pensare, il fatto che la stessa band (vedi: elettronoir.it) si sia dissociata dalla tua recensione, che dirige l’album verso una tua personale visione dark (cito: non riesce ad angosciarmi, prettendo la cattiveria corrosiva, liriche ferali, colpa del mio integralismo ecc) a mio avviso eccessiva.
    Io mi sarei limitato ad attestare della band le sue qualità e non l’avrei descritta come avrei voluto che fosse.
    Per il resto, rimane la mia opinione e la tua recensione.
    Ai posteri l’ardua sentenza.


  • elettronoir 15 anni fa Rispondi

    Christo, elettrodark no! Dite pure che il disco fa cagare, ma elettrodark no!!!

    :]

  • antobel 15 anni fa Rispondi

    Magari molti altri lettori non la pensano come te e sono stimolati all'ascolto del disco proprio per come l'ho recensito con le dovute riserve del caso.
    La band, per quanto interessante, non mi sembra poi difficilmente catalogabile, come tu affermi, dal momento che la scena elettrodark italiana (alla quale gli Elettronoir comunque non appartengono strettamente) ha più volte contemplato produzioni ispirate alle atmosfere dei thriller anni '70 o comunque alle vicende di cronaca nera. Diciamo che la band capitolina ha edulcorato il tutto con apprezzabili orchestrazioni pop.
    Tu avresti citato gli Scisma per la voce di Georgia. Non vedo molte attinenze con gli Scisma e comunque sia non si può citare tutto ciò che una band può richiamare alla mente (altrimenti sarei partito dai Baustelle per snocciolare poi gran parte delle produzioni darkwave tedesche di 15 anni fa passando per Antonella Ruggiero ecc)...Ah, il pianoforte, la sinergia e tutto il resto: beh, il pianoforte procede per fraseggi minimali, piacevolmente funzionali a tutto il resto sì, ma da qui a parlare di sinergia ce ne corre, suvvia!
    Sulla buonissima scrittura concordo con te: ho parlato di "liriche ferali che invece 'suonano' bene e storicamente in linea con quelle produzioni musicali noir che si ispirano alle colonne sonore dei gialli italiani anni 70 e alla cronaca nera".
    Infine, "amore dimentica/pietà raccoglie” è un bel pezzo, hai ragione, ma non certo un capolavoro del pop contemporaneo, a mio modesto parere.

  • oxygen 15 anni fa Rispondi

    E’ una questione di punti di vista.
    Nella recensione tocchi tematiche, quali la cattiveria ecc., che non dico che non debbano essere considerate; ma il disco è bello e ricco di spunti interessanti a prescindere dalla tua visione integralista della cattiveria.
    Essendo una band difficilmente catalogabile (non prettamente dark), avrei dedicato più spazio ad altri aspetti basilari del album, quali:
    1)Il tentativo di raccontare storie, con una buonissima scrittura.
    2)Avrei citato gli Scisma. La voce di Georgia me li ricorda.
    3) la sinergia tra pianoforte, elettronica e strumenti.
    4)Il pezzo “amore dimentica/pietà raccoglie” è una delle più belle canzoni del panorama pop sotterraneo italiano contemporaneo.
    Se mancano questi elementi di considerazione, la recensione appare scarna e debole; non stimoli il lettore ad interessarsi all’ascolto dell’album.


  • antobel 15 anni fa Rispondi

    Penso che sia una fortuna che non tutti la pensino come me, ne convieni?
    Penso anche che debba essere merito di un disco quello di lasciarsi ascoltare "senza spettri": francamente questo degli Elettronoir è sì un bel disco (penso traspaia dalla mia recensione) ma non inattaccabile sotto alcuni profili, quello della spregiudicatezza musicale in primis. Sì, qualche spettro rimane attaccato ai solchi del cd, nonostante un ascolto approfondito e reiterato.
    Per quanto riguarda il discorso poi del "documentarsi", beh, sono con la coscienza a posto :-)
    A tua disposizione per qualsiasi chiarimento contenutistico e formale.
    Antonio Belmonte