Gli inediti di X Factor 2018: funzionano solo i pezzi scritti dai cantanti in gara

Nella puntata di ieri di X Factor i concorrenti hanno presentato i loro inediti, con qualche pezzo interessante e altri proprio no.

Martina Attili durante l'esibizione a X Factor con "Cherofobia"
Martina Attili durante l'esibizione a X Factor con "Cherofobia"
23/11/2018 - 10:41 Scritto da Simone Stefanini

L'edizione corrente di X Factor non verrà ricordata negli annali per la qualità dei suoi concorrenti, quanto piuttosto per una certa stanchezza che si respira in tutta la trasmissione. Giudici svogliati, Cattelan apatico, cantanti normali tendenti al noioso. Uno show che solo qualche anno fa prometteva e manteneva scintille d'intrattenimento, picchi di trash e a volte pure di poesia, oggi vola basso, cosciente del fatto che di galline dalle uova d'oro tipo Måneskin o Francesca Michielin non ne partecipano ogni anno e che oggi funziona solo chi sa scriversele, le canzoni. Fortunatamente in gara sono rimasti tre concorrenti che hanno questo valore aggiunto e, al giro di boa degli inediti, fanno la differenza.

Andiamo con ordine: tra uno sbadiglio e l'altro, nella puntata di ieri dedicata proprio agli inediti inizia Luna, la ragazzina sarda che canta e rappa come un missile. Il pezzo si chiama "Los Angeles", è scritto da Jake La Furia con Alessandro Raina e Big Fish, una all star di produttori per un ritornello che ce lo immaginiamo già fare da colonna sonora a una promozione di smartphone dedicata agli adolescenti. Radiofonica a mille, abbastanza inconsistente su tutto il resto, ma alla fine il successo passa dall'heavy rotation.

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Renza Castelli porta un pezzo di Cesare Chiodo, Bungaro e Rakele dal titolo "Cielo Inglese". Non certo un tormentone, pezzo con una certa classe che meriterebbe molti ascolti ma che al primo non fa il botto, e di tempo non ce n'è. Poi arriva Anastasio, il rapper già vincitore morale di questa edizione con "La fine del mondo", il pezzo che aveva portato ai casting convincendo tutti, stavolta arricchito dalla produzione di Don Joe, che in realtà lo rende un minimo più innocuo, ma il potenziale per vincere tutto, programma e radio c'è. Il ragazzo ha senz'altro talento, scrive frasi urgenti e potenti. Il percorso che ha fatto dentro X Factor gli ha giovato, e il video della sua esibizione ha subito conquistato il primo posto nella classifica Tendenze di YouTube.

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Ultima cantante in gara della prima manche, Sherol Dos Santos con "Non ti avevo ma ti ho perso", una brutta canzone che sembra fare il verso ad Alessandra Amoroso su base drum&bass. Il testo è di Manuel Agnelli, il suo giudice (insieme a Raina), ma il tentativo di descrivere l'universo emotivo e intimo di una minorenne da parte di un maschio cinquantenne non funziona granché. Una delle più belle voci del programma rovinata da una canzone non all'altezza. Si vota, va all'ultimo scontro Renza, ma noi avremmo votato quest'ultima.

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Seconda manche, inizia Naomi, la over di Fedez, altra voce tecnicamente importante, con "Like The Rain (Unpredictable)": una canzone in inglese un po' Celine Dion, un acchiappalike tra il pubblico di cinquantenni, che probabilmente non guarda X Factor. Altra concorrente che con un percorso differente avrebbe potuto dare di più. È il turno dei BowLand e che dobbiamo dirvi, sono senza ombra di dubbio i nostri preferiti. "Don't Stop Me", il loro inedito, è sexy, fa muovere e sognare. Dream pop esotico di classe, per una delle migliori band che abbia mai calcato il palco di X Factor. Quando arrivano gli Hooverphonic come ospitoni, sembrano i colleghi scarsi degli iraniani - fiorentini.

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Leo Gassman canta "Piume", un pezzo adatto al Sanremo di Carlo Conti, con un testo banalotto scritto dallo stesso Leo e una bella resa vocale. Canzone debole, ma lui sembra aver già fatto breccia nei cuori delle teenager, si prevede una carriera tipo quella dei concorrenti di Amici. Alla fine arriva Martina Attili con LA canzone di X Factor 2018: "Cherofobia". Già presentata ai casting, la storia della ragazzina che ha paura di essere felice tocca il cuore degli spettatori: lei ha scritto un pezzo che è già famoso, con una maturità impressionante. Noemi va allo scontro finale, a Fedez tocca l'amarezza dello scontro fratricida nella sua squadra, si va al Tilt e il pubblico manda via Renza, che fa rima con pazienza.

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È evidente che nel 2018 funzionino davvero solo le canzoni scritte dagli stessi cantanti, mentre quelle assegnate d'ufficio agli interpreti sono un mezzo meh. Pronostico finale: se la giocano Anastasio e Martina Attili, coi BowLand come premio della critica. Nota a margine: meglio se le canzoni autoriferite, le biografie in musica le scrive chi le vive, specie se, come nel caso di Luna o Sherol, i soggetti sono ragazzine e i testi sono scritti da maschi adulti. Non risultano credibili. Altra nota per i giudici: movimento, brio, che il rischio di addormentarsi sul divano è potente. Manuel Agnelli sempre più impostato televisivamente, stratega e calcolatore, Lodo Guenzi che neanche Jovanotti ai tempi di "Penso Positivo" pensava così positivo, ha buone parole per tutti, chiede scusa e san'iddio ci fa rimpiangere Arisa che sclera contro la Ventura. Fortuna che c'è la Mara, che ogni tanto tira uno sfondone perché anche Fedez si vede lontano un miglio che non ha più voglia. Nonostante tutto qualche pezzo abbastanza interessante è uscito, ma X Factor Italia ha bisogno di essere svecchiato assolutamente: meno interpreti, più autori, più coraggio nelle assegnazioni, meno casi umani e ricambio totale della giuria, che quest'anno sembra aver esaurito l'X Factor.

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L'articolo Gli inediti di X Factor 2018: funzionano solo i pezzi scritti dai cantanti in gara di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2018-11-23 10:41:00

COMMENTI (1)

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  • mario.miano.39 6 anni fa Rispondi

    Forse il giornalismo musicale è morto per sempre se ho letto sul sito di Rolling Stone che la canzone di Sherol è stata scritta anche da Manuel Agnelli e che ha qualcosa degli Afterhours. Oggi neanche chi scrive di musica ha il tempo di ascoltare i milioni di brani che escono e non capisce più nulla. In questo X Factor Manuel Agnelli, l'uomo che riferendosi ai vari Thegiornalisti e Calcutta o magari non proprio a loro ma a questo INDIE CHE AVANZA ha una concorrente a cui ha pensato di dare un inedito che è forse il flop più epocale di tutte le edizioni di tutti i paesi di X Factor. Altro che Afterhours con quel ritornello che Malika avrebbe cantato 10 anni fa e che oggi neanche Annalisa canterebbe. Il flop tocca livelli epici quando si sente la povera Sherol che non sa neanche interpretare e che nel ritornello fa rimpiangere anche i Ricchi e Poveri.
    Pensate: un uomo che viene da vicende musicali molto interessanti e che con il doppio fosfiri ha dimostrato di sperimentare anche quando altri battono la fiacca. Ebbene quest'uomo non fa nulla per migliorare un format che potrebbe essere interessante se usato in maniera diversa ma anzi, crede di avere una concorrente dalla uova d'oro e per non rischiare nulla si butta nella mischia di Raina, che sicuramente ha qualcosa a che fare con i Thegiornalisti tanto vituperati qualche tempo fa. Solo che purtroppo non esce "sold out" oppure "New York". Esce la supercazzola perfetta, il nulla. Io credo che certe riflessioni possano essere costruttive se capite e quindi la critica ha il dovere di andarci forte dove serve per magari permettere a Sherol dalla prossima puntata di avere una chance. Visto che è rimasta!