Blue Wildebeest Into the Wildebeest 2013 - Rock, Progressive, Alternativo

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Il rischio di essere la brutta copia degli Elii c'è, ma non si meritano una stroncatura

Quello dei Blue Wildebeest è un mini-LP che fa ridere, divertire, carico di ironia. Ascoltando le tracce sembra di assistere ad un concerto, e questo non per via di una scarsa qualità di registrazione, ma per l’alto tasso di coinvolgimento che possiedono le tracce. Si muovono su più fronti, mischiano lo ska-core al rock, al pop, alla fusion e al progressive. Uno stile che rimanda in più punti agli Elio e le Storie Tese.

Se troppo spesso, quando una band si dedica a raccontare la propria vita di provincia, ne escono sempre ritratti depressi, in questo disco invece anche l'introspezione più cupa riesce in qualche modo a farti sorridere. Prendete "Monolocale": si tratta della confessione di un giovane insoddisfatto che si sente oppresso dalle quattro mura del suo squallido appartamento, eppure non ti butta giù di morale. "OrsettoNasale Deviato" racconta di un'orso che sniffa tutto lo sniffabile. Insomma, i Blue Wildebeest riescono a ridere e a far ridere.

Musicalmente, inoltre, sono preparati: la struttura delle canzoni è complessa (nel solco della migliore tradizione progressive) ed è sempre coerente. Per quanto i cambi di ritmo siano frequenti, l’impressione è che siano sempre parte di uno stesso filo conduttore che si sposa alla perfezione con il flusso narrativo delle liriche.

Certo, l'ascoltatore medio per questo tipo di genere è decisamente esigente. La qualità della registrazione e, più in generale della scrittura dei pezzi, può e deve migliorare ancora e molto. Ma è un disco interessante.

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La recensione Into the Wildebeest di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-08-29 00:00:00

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