The Night Skinny aveva già delineato con il primo album il suo stile personale che in quest'ultimo disco si conferma e solidifica: elettronica, campionamenti inusuali e toni umbratili. Giustamente, dato il suo nome d'arte.
Come spesso accade negli album dei producer hip hop, il livello di interesse dell'ascoltatore dipende molto dall'mc ospite e anche questo nuovo disco di The Night Skinny non fa eccezione. Passato un po' di tempo dal suo “Metropolis Stepson”, il milanese ritorna con una lunga collezione di tracce nuove a dimostrare la varietà e qualità del suo stile. Per dire subito che cosa ci sia di buono in questo ascolto, infatti, possiamo sottolineare la capacità del nostro di cercare sonorità che si avvicinino al mondo che abitualmente abitano gli ospiti del suo disco.
Qualche esempio: il pianoforte e i brevi stab di voci di “E fa bene” con Dargen D'Amico fanno il paio con le produzioni dei 2Fingerz; il campione soul al principio di “Ad un mare di distanza” sembra subito mettere a proprio agio Ghemon, che con quelle sonorità va a braccetto; “In bilico” ha quelle atmosfere cupe che piacevano molto a Big Fish quando ancora metteva le sue basi al servizio del flow di Tormento (che qui cita direttamente il ritornello di “The Message” di Grandmaster Flash). In generale non si tratta però di mimesi di stili altrui: The Night Skinny aveva già delineato con il primo album il suo stile personale, fatto di elettronica, campionamenti inusuali (in “Metropolis Stepson” c'erano cose come “Il ballo di San Vito” di Capossela) e toni umbratili (giustamente, dato il suo nome d'arte). I riferimenti immediati sono ancora una volta il Big Fish di cui sopra (al quale bisognerà prima o poi dedicare una retrospettiva per le cose incredibili fatte soprattutto sotto la sigla Sottotono) e, in ambito americano, un fuoriclasse assoluto come El-P.
Ma, ripeto, come spesso accade negli album dei producer hip hop, il livello di interesse dell'ascoltatore dipende molto dall'mc ospite. Pur se ricco e variegato, infatti, il menu prevede qualche sapore non particolarmente gradevole che potrebbe non farvi tornare presto (o spesso) a questa mensa.
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La recensione Zero Kills di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-13 07:00:00
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