Favole di Carta
Favole di Carta 2009 - Britpop

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Niente di più, niente di meno. Niente di niente. Carini e basta. Ma può davvero bastare? Le Favole di Carta si mantengono neutrali e leziosamente orecchiabili in quel territorio assurdo e inutile della musica fatta per fare. Manca quel pizzico di estro, di genio in più. Nessuna colpa quindi, ma mancano le idee nuove. Ci vorrebbe più originalità nella composizione, forse anche solo la voglia di sperimentare più coraggiosamente. Va bene l'attitudine pop, va bene il Sanremolab, vanno bene i testi semplici e diretti. Le chitarre fanno tanta simpatia, la voce è un rassicurante cantato italiano sentito mille volte. Ma non siamo più nel duemila, e sembra comunque di bere grandi sorsate da un bicchierone pop dove sguazzano Velvet, Pier Cortese e soprattutto le Vibrazioni.

E sì, che a voler scavare a fondo, nei momenti di maggiore introspezione sembra di sentire un pò di Marlene Kuntz, quando finalmente il gruppo sceglie di abbandonarsi in suoni più intimi e chitarre più morbide e istintive. Ma il paragone resta quanto mai lontano, e non è facile per le Favole di Carta liberarsi mani e piedi dalle selve del già sentito e ultra macinato universo del rock/pop italiano. Questa è musica troppo facile da fare, coraggio.

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