C'è uno spazio cuneiforme a cui bisogna prestare attenzione, sopra le teste di ognuno, gira incessantemente, sbatte sulle tempie. Come il vento che scuote l'ultimo giorno di riposo ed ha tutta la spigolosità di un rauco lamento, il furore notturno di "Sidereal" o "Saturn's Rising", quello di nasi rimasti sotto il gelo dell'inverno all'insù, a contemplare bellezze senza tempo. Questo primo lavoro dei This Broken Machine si nutre di fascinazioni aerospaziali e macrocosmi stellari, ma riesce anche a tritare e macinare chilometri di corsa su brani dirompenti e strutturati su più livelli di gradazione sonora. Cavalcate irruente come "The Omen" e "My Grudge", così come gli altri pezzi, stupiscono per la capacità veramente rara di unire suoni puliti e maturi in un debutto. Un lavoro che colpisce per la personalità e l'aerodinamicità con cui i pezzi scorrono creando panorami ed orizzonti frastagliati, adatti ai sospiri di una gelida serata passata a rimettere ordine nel caos.
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