Stardog
Oltre le nevi di piazza Vetra 2009 - Cantautoriale, Rock, New-Wave

Oltre le nevi di piazza Vetra

L'evenienza è prossima e chiara come le nuvole, oggi soffici e permalose però: si muovono di vento e s'agitano per il cambio di stagione. Stagioni molteplici e vaghe perché si parla d'estate col cuore in inverno, si citano artisti, film, città, si ringraziano luoghi e pellicole, un patchwork di nomi che sanno di arte e gusto. Ispirati da Bowie e conditi da gustosi ronzii melodici à la Marlene Kuntz ("Canzone del dove" e "Come cani") e aperture elettroniche stile Baustelle ("Sai, Carmelo", con la collaborazione di Luca Urbani), gli Stardog scivolano tra indierock e fini rimandi da cantautore accigliato con una eccellente misura, cura nei testi e convincenti atmosfere tra ballabili e romanticismo. L'amore è "Il metodo", ritmico stato di necessità elettropop "Gli addii di Anita", che ricorda tanto (sarà anche per la presenza di Andy) i Bluvertigo, il riff di "Space oddity" che chiude "Tridimensionale", ogni brano è geometria, inizio e fine con rifiniture leggere e marchio bene in vista, percorso variegato ma uniforme che alterna col giusto equilibrio polpastrelli e brividi. E non dimentichiamoci il piccolo cameo di Blixa Bargeld degli Einstürzende Neubauten in "Il Lamento di Bardamu". E c'è la neve oltre le nevi, il bianco e lo stupore per un album che è una scintilla, passione per la musica e summa di eterogenei spunti vivacissimi, bello bello. E Se il futuro non sarà brillante, per lo meno che sia colorato: i toni accesi ci sono, come pure i chiaroscuri, l'ascolto è delizioso. Una conferma.

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